Secondo la sezione lavoro della Suprema Corte, dunque, il datore è tenuto a retribuire al lavoratore le differenze economiche per i turni in più anche se risultano da un foglio-presenze compilato dallo stesso lavoratore. Ma attenzione è necessario che la presenza del lavoratore sia effettivamente confermata dai colleghi.
Nel caso di specie in realtà il licenziamento del dipendente è stato ritenuto legittimo perchè si trattava di un portiere d'albergo che non aveva dimostrato il collegamento fra la società datrice di lavoro e un'altra alle cui dipendenze affermava di aver operato.
In ogni caso la società che gestisce l'hotel dovrà pagare all'ex dipendente quasi 17 mila euro di arretrati a titolo di straordinari, dato che la corte ha ritenenuto provato il lavoro "overtime" nella misura di 20 ore settimanali.
Annotano infine i giudici di Piazza Cavour che è superfluo per il datore affermare l'invalidità del foglio-presenze perché compilato dallo stesso lavoratore: il presunto vizio di motivazione lamentato dall'azienda si risolve nel proporre un diverso apprezzamento dei fatti e delle prove dato dal giudice del merito. Portati in aula alcuni colleghi, questi hanno confermato la versione del portiere ed evidentemente sono stati ritenuti più attendibili dal giudice.
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