Bene, tanto per non pensare alle nostre future sorti politiche noi donne (ma anche uomini, perché no) potremo contare su un giorno in più, la domenica, da poter dedicare al nostro sport preferito, che naturalmente non è il calcio. Ma lo shopping. La Corte Costituzionale ha decretato, con sentenza n.27, che non spetta alle Regioni stabilire orari di apertura e chiusura dei negozi, così come le giornate di chiusura. La decisione è stata presa dopo che la Regione Toscana aveva imposto l'obbligo di chiusura la domenica agli esercizi commerciali, ridando inoltre ai Comuni la possibilità i fissarne i limiti di apertura e chiusura. Il ricorso ha fruttato un colpo a favore dei negozianti, in quanto le leggi della Regione Toscana sono state giudicate assolutamente illecite, andando infatti contro alla decisione dello Stato di rimuovere il divieto di apertura domenicale. Come riporta la sentenza: "La prima delle norme impugnate (art. 88 della legge regionale n. 66 del 2011) reintroduce, per gli esercizi di commercio al dettaglio, l'obbligo di chiusura domenicale e festiva, salvo limitate deroghe, e prescrive il limite massimo di apertura oraria di tredici ore giornaliere, salvo la possibilità di introdurre deroghe da parte dei comuni." Mentre "La seconda delle norme impugnate (art. 89) reintroduce limiti agli orari di apertura e chiusura al pubblico per gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande da determinarsi da parte dei Comuni previa concertazione con le organizzazioni imprenditoriali del commercio e del turismo, le organizzazioni sindacali dei lavoratori del settore e le associazioni del consumatori, maggiormente rappresentative." La Consulta ha così voluto rimarcare che la tutela della concorrenza è di competenza dello Stato, e non delle singole Regioni: "L'Avvocatura dello Stato evidenzia che le norme impugnate violano l'art. 117, secondo comma, lettera e), Cost. che riserva alla competenza legislativa esclusiva dello Stato la materia della tutela della concorrenza". Insomma con l'abolizione dei divieti si permetterebbe dunque libera competitività, secondo principi di liberismo puro e duro: "Gli interventi statali che aboliscono dei limiti orari e festivi all'apertura degli esercizi di vendita al dettaglio tendono a realizzare, secondo l'Avvocatura dello Stato, migliori condizioni di competitività del settore, accrescendo le possibilità dei consumatori di accedere ai servizi commerciali al dettaglio e rimuovendo le disparità territoriali (spesso a base micro-comunale) che determinano notorie e gravi distorsioni nella concorrenza, tanto dal punto di vista dello svolgimento in atto dei servizi commerciali, quanto dal punto di vista dell'insediamento dei nuovi esercizi di vendita." E ora via, combattiamo un po' la crisi a colpi di shopping... perché no?
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barbaralgsordi@gmail.it
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