di Barbara Luzi - Con la sentenza n° 15302 del 19/06/2013 la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza del giudice di merito sulla richiesta di risarcimento danni di una donna che, rimasta in panne su di un tratto autostradale, ha attraversato la carreggiata e, visto che si trovava su di un cavalcavia, finiva per precipitare nel vuoto riportando un'invalidità del 100%.
Il Giudice di prima istanza, in realtà, aveva seguito il ragionamento più semplice, diretto e scontato e, dato che attraversare le carreggiate di un'autostrada è vietato, la Corte d'Appello di Trieste aveva dato torto al pedone imprudente.
Nella fattispecie, infatti, l'automobilista aveva banalmente finito il carburante e dopo aver ottenuto un passaggio presso una stazione di servizio da parte di un altro automobilista aveva deciso al suo ritorno presso il proprio veicolo di attraversare l'autostrada con lo scopo di accorciare il tragitto e, complice la poca illuminazione, era caduta nello spazio vuoto tra le due carreggiate.
Ora sicuramente la persona aveva fatto un errore per una banalità ma gli ermellini devono aver valutato che si può aspettare un comportamento simile da un soggetto che magari è implicato in una situazione di pericolo reale per la quale si trovi a dover usare necessariamente lo stesso "stratagemma".
Pertanto se il pericolo non viene segnalato dal gestore altre persone si possono trovare nella stessa situazione e "In linea di principio le strutture che affacciano sul vuoto e che sono liberamente accessibili dal pubblico debbono essere protette, anche e proprio in previsione di comportamenti inconsulti o colposi degli utenti".
Lo stato dei luoghi era tale da poter trarre in inganno in quanto non era percepibile né segnalato il fatto che le due carreggiate correvano separatamente. Per la Suprema Corte insomma il comportamento più grave non era stato tanto quello del pedone che aveva deciso di attraversare un tratto di autostrada ma quello della società Autostrade che non aveva utilizzato idonee segnalazioni per il pericolo rappresentato dalla separazione tra le carreggiate
Lasciare non protetto e non segnalato un parapetto di un viadotto che possa essere facilmente accessibile e superabile è una negligenza rilevante.
Per questi motivi la Corte di Cassazione annulla la sentenza impugnata con rinvio alla Corte di Appello di Trieste, in diversa composizione, perché decida sulla controversia tenendo conto dei vari principi enunciati nella sentenza oltre che di quelli che riterrà adeguati alla questione in considerazione della peculiarità del sinistro.
Barbara Luzi - barbaraluzi@libero.it
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