La Corte di Cassazione, con sentenza n. 40605 del 1 ottobre 2013, ha affermato la responsabilità del datore di lavoro per l'omessa predisposizione di adeguate misure antinfortunistiche in quanto colpevole di formazione insufficiente ai suoi dipendenti.

Il Tribunale aveva ritenuto un imprenditore colpevole della contravvenzione di cui all'art. 22 del D.Lvo n. 626/1994 perché, quale legale rappresentante di una società cooperativa, ometteva di assicurare informazioni sulla sicurezza, osservando in particolare, che la formazione fornita ad un lavoratore straniero (impartite mediante due incontri di quindici minuti ciascuno) non fosse adeguata.

La Suprema Corte ha sottolineato come nel caso di specie, il giudice del merito, richiamati i principi giurisprudenziali riguardanti i precisi doveri che incombono sul datore di lavoro in tema di formazione sulla sicurezza dei propri dipendenti, ha considerato che due soli incontri di quindici minuti ciascuno sono insufficienti tenuto conto altresì degli argomenti trattati. 

Ha rilevato inoltre che sarebbe stato onere del datore di lavoro accertare se le "procedure scritte" di movimentazione consegnate ai lavoratori fossero state comprese e recepite dagli stessi e in particolare da quelli stranieri.


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