L'amore non ha età :"non c'è circonvenzione di incapace se una giovane ragazza sposa un signore anziano allontanandolo dai figli"
L'amore è un lusso, così scriveva Honoré de Balzac.
Ci sono poi anche amori fatti " di lusso" cioè quegli amori per i quali è difficile credere ad un sentimento sincero e profondo quando protagonisti della liaison sono un attempato signore facoltoso che sposa una giovane ragazza.
Nel mondo dello jet-set e della finanza internazionale, le unioni matrimoniali fra giovani donne ed uomini ricchi ed attempati fanno sempre notizia.
Molte di queste unioni hanno da sempre suscitato pettegolezzi e polemiche, senza considerare che l'amore non ha età e che anche unioni di questo tipo possono tranquillamente durare nel tempo. Tra i matrimoni più chiacchierati, per la evidente differenza di età nella coppia, vi è quello tra Anna Nicole Smith, modella e attrice statunitense e il ricchissimo petroliere J. Howard Marshall, di 63 anni più anziano di lei; ancora quello tra Catherine Zeta-Jones e Michael Douglas di venticinque anni piu grande di lei e quello tra Woody Allen e la giovane André Previn con una differenza di trentacinque anni.
Dunque, e' ormai trita e ritrita la storia della giovane ragazza che sposa l'uomo anziano facoltoso puntando al suo patrimonio e ciò, inevitabilmente, fa scattare la gelosia dei parenti. In una di queste tipiche vicende, è intervenuta di recente la Cassazione con la sentenza n. 44942 del 7 novembre 2013 che ha stabilito quanto segue:" a prescindere dalla fragilità psicologica dell'uomo, se quest'ultimo ha gestito la nuova relazione in modo libero e consapevole, la donna non può essere condannata per circonvenzione di incapace".
Ai sensi dell'art. 643 c.p. risponde di circonvenzione di persone incapaci :
chiunque per procurare a sé o ad altri un profitto, abusando dei bisogni, delle passioni o della inesperienza di una persona minore ovvero abusando dello stato d'infermità o deficienza psichica di una persona, anche se non interdetta o inabilitata, la induce a compiere un atto, che importi qualsiasi effetto giuridico per lei o per altri dannoso, è punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da duecentosei euro a duemilasessantacinque euro.
Nel caso in argomento, la Suprema Corte riteneva inammissibile il ricorso del Procuratore generale contro la decisione della Corte d'appello di Roma che, a suo avviso, non aveva tenuto conto che ai fini della configurabilità dei reato di cui all'art. 643 Cp, non occorre che la persona offesa sia affetta da vere e proprie patologie mentali, essendo sufficiente la impossibilità di opporre resistenza a suggestioni e pressioni altrui in dipendenza di una situazione di debolezza psicologica.
In buona sostanza, il PG nell'articolare la difesa dinanzi agli ermellini riteneva che la donna che aveva contratto il matrimonio con l'anziano signore era riuscita sapientemente ad isolarlo ed estraniarlo dai suoi affetti più cari, impedendo di avere in concreto contatti con il figlio di lui.
La Suprema Corte ha, dunque, puntualizzato che :per configurare il reato di "circonvenzione di incapace" non c'è bisogno che la persona offesa (l'uomo) sia necessariamente affetta da vere e proprie patologie mentali, ma è sufficiente che sussista l'impossibilità di opporre resistenza a suggestioni e pressioni altrui.
Di contro, è anche vero che la circonvenzione di incapace non scatta in modo automatico solo per via della differenza di età all'interno della coppia.
In definitiva i giudici di Piazza Cavour, in linea con la decisione adottata dalla Corte d'Appello hanno ritenuto che: l'anziano signore, nel gestione della relazione sentimentale con la giovane donna, aveva dimostrato di aver chiari i limiti di tale rapporto, proprio per via dell'anomala differenza d'età tra i due.
Quindi pur ammettendo una certa fragilità psicologica dello stesso, l'uomo aveva gestito il rapporto sentimentale in maniera libera e consapevole, quindi, sulla base di questo ragionamento la donna non poteva essere condannata per il reato di circonvenzione di incapace.