Il presente articolo è stato pubblicato in data 9 gennaio 2014 sul sito web "Giurisprudenza Penale" (Filippo Lombardi, "Versari in re illicita e rispetto della regola cautelare", www.giurisprudenzapenale.com/versari-re-illicita-e-rispetto-della-regola-cautelare/).
Lo si mette a disposizione per gli utenti del portale Studio Cataldi, pubblicando massima ed abstract nel corpo della pagina e fornendo il link che permette di scaricare il commento direttamente dal sito web di "Giurisprudenza Penale".
MASSIMA - Cassazione Penale, sez. IV, 13 dicembre 2013 (ud. 7 febbraio 2013), n. 50557.
La morte dell'assuntore di sostanza stupefacente è imputabile alla responsabilità del cedente, sempre che, oltre al nesso di causalità materiale, sussista la colpa in concreto per violazione di una regola precauzionale (diversa dalla norma che incrimina la condotta di cessione) nonché la prevedibilità e l'evitabilità dell'evento da valutarsi alla stregua dell'agente modello razionale, tenuto conto delle circostanze del caso concreto conosciute o conoscibili dall'agente reale.
Prendendo le mosse da tal principio di diritto, l'autore analizza le giustificazioni logico-giuridiche ad esso sottese e, animato da una prospettiva di coerenza sistemica, confronta l'impostazione prescelta in tema di art. 586 c.p. con la difforme concezione alla base del delitto preterintenzionale, tentando di fornire spunti utili al superamento della stessa e ad una omogeneizzazione - in punto di accertamento dell'elemento soggettivo - di tutte le fattispecie in cui vi sia difformità (nel senso più ampio) tra voluto e realizzato.
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MASSIMA - Cassazione Penale, sez. IV, 13 dicembre 2013 (ud. 7 febbraio 2013), n. 50557.
La morte dell'assuntore di sostanza stupefacente è imputabile alla responsabilità del cedente, sempre che, oltre al nesso di causalità materiale, sussista la colpa in concreto per violazione di una regola precauzionale (diversa dalla norma che incrimina la condotta di cessione) nonché la prevedibilità e l'evitabilità dell'evento da valutarsi alla stregua dell'agente modello razionale, tenuto conto delle circostanze del caso concreto conosciute o conoscibili dall'agente reale.
ABSTRACT
La tematica della compatibilità tra versari in re illicita e necessario rispetto della regola cautelare provoca da tempo diatribe in dottrina ed in giurisprudenza.
Prendendo le mosse da tal principio di diritto, l'autore analizza le giustificazioni logico-giuridiche ad esso sottese e, animato da una prospettiva di coerenza sistemica, confronta l'impostazione prescelta in tema di art. 586 c.p. con la difforme concezione alla base del delitto preterintenzionale, tentando di fornire spunti utili al superamento della stessa e ad una omogeneizzazione - in punto di accertamento dell'elemento soggettivo - di tutte le fattispecie in cui vi sia difformità (nel senso più ampio) tra voluto e realizzato.
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