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Il marito che mette in atto atteggiamenti di violenza e persecuzione morale nei confronti della moglie e' responsabile del fallimento matrimoniale, quindi, gli verrà addebitata la separazione.
Si tratta infatti di un comportamento che viola il dovere di assistenza morale e materiale sancito dall'art. 143, comma 2, codice civile. Non solo, si può configurare anche una violazione del dovere di collaborazione nei confronti della famiglia.
E' quanto ci ricorda la Corte di Cassazione (Ordinanza n. 2086 del 30.1.14) secondo cui il "marito dispotico" e' responsabile del fallimento del matrimonio e a lui va addebitata la separazione.
In nessun modo, secondo la Corte, può essere giustificato un atteggiamento aggressivo a cui, nella fattispecie, si è aggiunta anche l'infedeltà del marito.
In questo caso non si tratta di semplici peculiarità caratteriali di uno dei coniugi ma di un vero e proprio comportamento del marito diretto a imporre i propri principi e la propria mentalità alla moglie.
I coniugi debbono concordare insieme l'indirizzo della vita familiare e le scelte educative dei figli. Quindi, se uno dei due si impone sull'altro ignorando completamente le sue esigenze, tale atteggiamento può determinare una frattura tra i coniugi al punto da rendere intollerabile la convivenza.
Anche qualche anno fa la corte di Cassazione ,con la sent. n. 8124 del 3 aprile 2009,aveva riconosciuto nell'atteggiamento dispotico del marito la causa della fine del matrimonio perché l'uomo, con il proprio atteggiamento, non aveva rispettato la dignità della moglie alla quale aveva cercato di impedire di frequentare un corso per insegnante di sostegno, rifiutandole ogni finanziamento al riguardo.