Può accadere che il consumatore eserciti il diritto di recesso dopo aver già versato una caparra. Ha diritto in tal caso alla restituzione?
Nelle ipotesi di contratti a distanza (stipulati con tecniche di comunicazione che non richiedono la simultanea presenza fisica dei contraenti) o negoziati fuori dai locali commerciali (conclusi durante la visita del professionista al domicilio del compratore, sul luogo di lavoro o in un locale in cui il compratore si trovi per ragioni di lavoro, studio o cura; durante un'escursione organizzata dal professionista fuori dai locali in cui è svolta l'attività professionale o imprenditoriale; mediante la sottoscrizione di una nota d'ordine in un luogo pubblico o aperto al pubblico; per corrispondenza o mediante la consultazione di un catalogo in assenza del professionista), il consumatore può esercitare il diritto di recesso entro dieci giorni dalla stipulazione del contratto stesso senza essere neppure tenuto ad esplicitarne i motivi e senza dover corrispondere al professionista somme di denaro a titolo di penale, multa penitenziale, risarcimento o altro.
Si tratta di una sorta di diritto di pentimento che consente di sciogliere unilateralmente il vincolo contrattuale precedentemente posto in essere.
A tal fine, anche quando il consumatore abbia versato una somma di denaro a titolo di caparra, o abbia già provveduto al pagamento totale o parziale del bene o del servizio previsto, è sufficiente per il consumatore stesso inviare al professionista una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno nella quale viene esplicitata per iscritto la volontà di avvalersi del diritto di recesso ex lege. La dichiarazione di recesso così predisposta libera entrambe le parti dalle obbligazioni sorte di talché, il consumatore ha diritto, entro trenta giorni dalla data in cui il professionista è venuto a conoscenza della dichiarazione, alla restituzione di tutte le somme eventualmente versate al professionista, sia a titolo di corrispettivo sia a titolo di caparra.