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"Il marito ideale rimane celibe". Molti ex mariti leggendo questa frase darebbero sicuramente ragione ad Oscar Wilde, perché quando si giunge alla separazione ci si pente di essersi sposati, perché i problemi si moltiplicano e le tasche si svuotano.
Di una ex moglie non ci si libera facilmente e questo deve averlo pensato anche quel marito che si è visto confermare dalla Corte di Cassazione , con la sentenza n. 3365 del 13 febbraio 2014, (così come aveva stabilito la Corte di Appello di Palermo) la corresponsione in favore della ex moglie dell'assegno divorzile pari ad euro 200 mensili.
La moglie in questione era proprietaria di immobili ma per motivi di salute non poteva svolgere alcuna attività lavorativa. Nonostante ciò il convincimento della Corte si è basato sulla sproporzione dei redditi tra l'uomo e la donna perché la stessa pur avendo delle proprietà immobiliari ,non potendo lavorare per motivi di salute ,aveva comunque un reddito inferiore a quello del marito.
In considerazione di ciò il marito si è visto obbligato a versare l' assegno divorzile in favore della moglie non completamente priva di redditi ma solo con redditi inferiori al marito. E' bastato questo per riconoscere alla donna l'assegno divorzile il cui scopo e' quello di garantire all'ex coniuge economicamente più debole la possibilità di mantenere lo stesso tenore di vita avuto in costanza di matrimonio.
Avv. Barbara Pirelli del Foro di Taranto
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