Avv. Barbara Pirelli del Foro di Taranto; email: barbara.pirelli@gmail.com
Si sa, nella vita molte cose restano ignote e,qualche volta, nell'elenco di ciò che non si conosce ci sono i propri genitori.
E' il caso di bambini adottati oppure nati e vissuti con una madre senza aver mai avuto modo di conoscere il loro padre naturale.
Possono essere diverse le motivazioni che inducono a volte una donna a non rivelare l'identità del padre, ma, raggiunta la maggiore età, un figlio potrebbe decidere di presentare al Tribunale una domanda per il "riconoscimento giudiziale della paternità".
Ed è esattamente è quello che ha fatto una donna di Lecce che aveva sostenuto di essere la figlia di un uomo (ch epoi aveva perso la vita) basando le sue prove sulle dichiarazioni scritte di alcuni parenti del presunto padre e su alcune foto che la ritraevano da bambina. La corte d'Appello di Lecce le dava ragione ma avverso il provvedimento veniva presentato ricorso in Cassazione da un erede, che evidentemente non aveva alcuna intenzione di dividere l'eredità con la donna.
Gli Ermellini, con la sentenza n. 4175 del 21 febbraio 2014 hanno confermato la decisione della corte d'appello di Lecce spiegando che gli elementi probatori acquisiti (cioè sia le dichiarazioni scritte dei parenti del presunto padre sia le foto della donna con il padre nella propria abitazione, da bambina e da adolescente) possono ritenersi idonei a dimostrare la paternità.