di Nadia F. Poli - Sapete ridurre al minimo il vostro margine di errore? Qual è la vostra strategia concreta per affrontare il rischio ed evitare di commettere passi falsi? Se errare è umano (e perseverare è diabolico), sbagliare sul proprio lavoro, per un avvocato, può costare davvero molto e sfidare la sorte a "dita incrociate" non è certo la strategia migliore. Non solo può danneggiare la reputazione e compromettere l'immagine professionale, ma rischia di ostacolare le future prospettive occupazionali.
Ecco quali sono, quindi, le principali trappole in cui è bene non incappare e le strategie per evitarle.
Rispettare le scadenze
Parola d'ordine: "save the date!". Il settore giuridico è estremamente deadline-oriented e dimenticarsi una scadenza può rivelarsi davvero fatale. Il rigoroso rispetto dei termini è fondamentale ed imprescindibile. Memorie, documenti legali, moduli, verbali… è importante mantenere un sistema a prova di errore per il monitoraggio di tutte le scadenze. La tecnologia, in questo caso, può fornire una valido aiuto. Esistono infatti numerose app attraverso cui gestire velocemente e facilmente pratiche, udienze, riunioni, contatti, email, spese d'ufficio ecc… (leggi: "Le app must-have per avvocati 2.0"). Praticamente una segretaria a tempo pieno, che vi segue ovunque voi siate!
Mantenere un'immagine professionale
In un'epoca in cui le tendenze dell'outfit sul posto di lavoro si stanno muovendo verso uno stile informale, il campo legale sembra essere ancora guidato da un'immagine piuttosto conservatrice in cui sopravvive una sorta di "dress code" per il business (leggi: L'abito fa l'avvocato?).
Attenzione, quindi, un look poco adeguato potrebbe farvi perdere credibilità e, in ultima analisi, clienti!
Non dormire sugli allori
In un settore come quello forense, estremamente competitivo ed in così rapida evoluzione, tra lungaggini di varia natura, meccanismi farraginosi e spesso incomprensibili, rimanere a galla non è affatto facile. Cercare di offrire un prodotto/servizio di qualità, rispettando le tempistiche e le scadenze, diventa dunque un imperativo.
Impegno, valore e professionalità, sono le chiavi giuste per far fronte alla crisi e non soccombere.
No al Gossip
Chiacchiere e pettegolezzi possono essere un passatempo pericoloso. Se per alcuni "l'arte del far gossip" sembra capace di procurare grande soddisfazione e compiacimento, le chiacchierare sul datore di lavoro, sui colleghi, su clienti o avvocati della controparte o, peggio ancora, su un giudice, possono rivelarsi estremamente deleterie.
Il gossip viaggia rapidamente, e le indiscrezioni possono facilmente giungere alle orecchie sbagliate, rischiando di danneggiare irrimediabilmente la vostra immagine e reputazione professionale…Contate fino a 10 prima di parlare!
Non rivelare informazioni riservate
Uno degli elementi essenziali della professione forense è la comunicazione. Senza la certezza della riservatezza non può esservi fiducia.
La riservatezza è fondamentale per la pratica della legge e, unitamente ad una comunicazione completa e puntuale, deve essere garantita al cliente e alle parti interessate.
Il rischio che informazioni riservate possano essere divulgate a terzi, deve essere scongiurato.
Del resto ciò è sancito anche dal codice deontologico. "L'avvocato è tenuto, nell'interesse del cliente e della parte assistita, alla rigorosa osservanza del segreto professionale e al massimo riserbo su fatti e circostanze in qualsiasi modo apprese nell'attività di rappresentanza e assistenza in giudizio, nonché nello svolgimento dell'attività di consulenza legale e di assistenza stragiudiziale e comunque per ragioni professionali" (art. 13 - Dovere di segretezza e riservatezza, Codice deontologico forense).
Utilizzare la tecnologia
Il rapporto tra diritto e tecnologia è argomento sempre più importante e, al tempo stesso, controverso. Il cambiamento indubbio che la tecnologia ha portato nel settore forense, ha influenzato ogni aspetto della pratica del diritto: piattaforme di condivisione delle conoscenze, portali e sistemi intranet, insieme a dispositivi mobile come tablet e smartphone, sono diventati essenziali per la produttività dello studio legale. Un numero sempre crescente di imprese commercializza i propri servizi professionali, destinati a diversi tipi di pubblico, attraverso i social media, e molte aziende stanno utilizzando strumenti di project management per monitorare la spesa e snellire il flusso di lavoro. Dal momento che i processi legali sono sempre più informatizzati, possedere forti competenze tecnologiche diventa un aspetto cruciale. Avvocati, assistenti, segretarie legali e altri professionisti del settore, devono saper padroneggiare una gamma sempre crescente di programmi e applicativi (dall'elaborazione dei testi ai fogli elettronici, dai software di presentazione ai sistemi di calendarizzazione), che possono svolgere un ruolo di supporto nella gestione del rischio dell'impresa, minimizzando l'errore umano.
Qualche consiglio
Uno degli aspetti più difficili della pratica del diritto è la consapevolezza che lo standard (e dunque ciò cui il professionista deve tendere) è l'eccellenza, non la perfezione. Gli errori accadono e non sono la fine del mondo (o necessariamente la fine del rapporto con il cliente). Ciò che conta davvero è, piuttosto, saperli gestire correttamente e non tentare di nasconderli. Come vi comportate quando riconoscete di aver commesso un errore? Sapete evitare (o almeno minimizzare) le potenziali conseguenze negative? L'attenzione dovrebbe essere rivolta, infatti, al riconoscimento dell'errore, alla sua correzione e alla gestione ottimale dei danni che ne sono derivati (o che potrebbero derivarne), sia rispetto al cliente che alla relazione avvocato-cliente.
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