Di Laura Tirloni - Allo scopo di snellire la complessa normativa italiana in materia di divorzio, è stato discusso alla Camera il "divorzio breve" (Si veda: La Camera dice sì al disegno di legge sul divorzio breve. In allegato il testo in PDF). La nuova legge servirà a ridurre di molto i tempi di attesa per le coppie che hanno deciso di porre fine al vincolo del matrimonio.
Nella seduta del 29 maggio 2014 è stato approvato dalla Camera un testo unificato che modifica i requisiti per la domanda di scioglimento del matrimonio. I tempi di attesa per poter chiedere il divorzio si riducono a 12 mesi in caso di separazione giudiziale, e a 6 mesi in caso di separazione consensuale.
La presenza o meno di figli minori nati nel matrimonio non influenza la durata del periodo di separazione che permette di richiedere il divorzio. Ora il provvedimento passa all'esame del Senato. Il "divorzio breve", come è intuibile, ha scatenato forti reazioni ed evidenziato scissioni nel mondo politico italiano, riscuotendo, allo stesso tempo, il consenso della maggioranza degli italiani (fonte Eurispes - Osservatorio permanente sulla famiglia).
Dal rapporto Eurispes emerge, infatti, che l'82,2% degli intervistati è a favore del divorzio abbreviato, contro il 15,8% dei contrari.
La percentuale sale ulteriormente al 92% nel caso dei giovanissimi intervistati e anche nella fascia degli over 65, forse quella più conservatrice, i favorevoli sono ben il 71,1% .
Il rapporto fra sostenitori e detrattori tende a mantenersi nelle differenti tipologie di intervistati. Le piccole differenze tra una popolazione e l'altra ci permettono di stilare un profilo del 'sostenitore tipo'. Chi appoggia incondizionatamente il divorzio breve è a grandi linee un soggetto giovane, progressista ed istruito.
L'alta percentuale di giovani sostenitori esprime la richiesta sottesa di adeguare i tempi previsti per ottenere il divorzio alle attuali esigenze di una società in rapido cambiamento, caratterizzata, purtroppo, da un sensibile e costante aumento delle separazioni.
All'interno di questo quadro, se da un lato la nuova legge sottrae tempo alla riflessione dei coniugi e alla possibilità di un ripensamento, preziosa soprattutto in presenza di figli minori, dall'altro potrebbe favorire un incremento delle separazioni consensuali, agevolando allo stesso tempo la formazione di nuovi nuclei familiari da parte degli ex coniugi.