Di Laura Tirloni - Insulti, frasi ad effetto, boutade, botta e risposta all'ultimo sangue da parte della classe politica, sono modalità comunicative a forte impatto, sicuramente in grado di attirare l'attenzione dello spettatore. Ma più che strumenti per veicolare temi importanti per il Paese, possono rappresentare delle modalità strategiche per distrarre l'attenzione delle masse dalle questioni fondamentali.
Non è da poco che si parla di 'manipolazione psicologica delle masse'. Uno dei padri fondatori della psicologia sociale, lo psicologo Gustave Le Bon, fu il primo ad analizzare il comportamento delle masse proponendo tecniche per controllarle e guidarle. Non a caso le sue opere vennero lette e studiate da gran parte dei dittatori del novecento: Lenin, Stalin, Hitler, e Mussolini. Il pensiero centrale dello studioso riguardò il modo in cui, all'interno della collettività, le attitudini intellettuali individuali degli uomini tendessero ad annullarsi. Come se l'eterogeneità del pensiero si dissolvesse ed omologasse ad un pensiero unico, dove i caratteri inconsci predominano.
Anche Edward Bernays, nipote di Freud e a lui fortemente ispiratosi, sviluppò la convinzione che una manipolazione consapevole e intelligente rivolta alle opinioni e abitudini delle masse, svolgesse un ruolo essenziale all'interno di una società democratica. Nasceva così l'idea che chi fosse in grado di gestire questo strumento sociale avrebbe potuto costituire una forza invisibile, capace di esercitare il potere esecutivo
di un Paese e di dirigere una nazione. Un concetto fondamentale per Bernays fu che l'informazione guida il comportamento umano e che il leader è colui che deve evocare l'emozione irrazionale del popolo: 'noi siamo dominati, la nostra mente plasmata, i nostri gusti formati, le nostre idee suggerite, da gente di cui non abbiamo mai sentito parlare. Sono loro che manovrano i fili'. In altre parole Bernays era deciso a trovare nuove modalità per esercitare il controllo sulle masse, alterandone il modo di pensare e di sentire. Tutto ciò ispirandosi agli scritti di Freud e utilizzandoli per manipolare l'inconscio collettivo.Noam Chomsky, a sua volta, elaborò la lista delle dieci strategie di manipolazione delle masse attraverso i mass media. Tra queste, la prima afferma che: "l'elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l'attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dal "potere", attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti'. La strategia sarebbe indispensabile per impedire al pubblico di occuparsi delle conoscenze essenziali, in campo scientifico, economico, psicologico e così via. Attraverso tale meccanismo, dunque, la classe politica sarebbe in grado di mantenere l'attenzione del pubblico deviata dai problemi sociali fondamentali e occupata da temi senza vera importanza, allo scopo di esercitare un controllo sul popolo, influenzandone il sentire e impedendogli così di incidere realmente sulla vita sociale.