Due ragazzi venivano arrestati per la cessione concorsuale di una dose di stupefacente ad una persona non identificata nonché per l'illecita detenzione di diversi ovuli di cocaina. Sostenendo di essere minorenni invocavano l'incompetenza del tribunale ordinario a favore del tribunale per i minori e la revoca della custodia in carcere, ma l'esame radiologico del polso li smentiva nettamente rivelando un'età sensibilmente maggiore degli anni diciotto.
Dopo il rigetto dell'istanza da parte dei giudici di merito, la vicenda approda in Cassazione, per la quale non vi è alcun dubbio: la radiografia del polso secondo il metodo di Greulich e Pyle (al quale entrambi gli indagati erano stati sottoposti in ospedale) non può far sorgere incertezze.
Si tratta, infatti, si legge nella sentenza n. 38280 del 18 settembre 2014, di uno dei metodi scientifici più affidabili "in grado di offrire un tranquillizzante grado di certezza in ordine ai suoi esiti circa il processo di accrescimento dell'organismo nell'età evolutiva".
Né può assumere rilievo, come nel caso di specie, la circostanza che alcuni autori scientifici asseriscano "l'esistenza di un precoce sviluppo scheletrico nei soggetti di razza africana, ciò sarebbe vero nei primi anni di vita, mentre perderebbe significato nell'infanzia inoltrata ed a maggior ragione in fase adolescenziale allorchè lo sviluppo scheletrico diverrebbe analogo a quello della popolazione caucasica".
Invero, sulla base di tale metodo, ha spiegato la Suprema Corte, rigettando il ricorso, i sanitari hanno verificato "la completa saldatura dei nuclei di accrescimento radiale ed ulnare", affermando che la possibilità che gli inquisiti fossero minorenni appariva "come un'ipotesi limite, estremamente improbabile e dunque inidonea ad essere ricondotta alla categoria di un'incertezza cui attribuire un valore giuridico".
Testo sentenza Corte di Cassazione 18 settembre 2014, n. 38280