Revival di squadrismo e «rigurgiti antidemocratici» sono un pericolo ancora attuale. Così, secondo gli Ermellini della prima sezione penale, che nella sentenza 37577/2014 depositata lo scorso 12 settembre, hanno riaffermato la natura criminosa del saluto romano.
Una pronuncia che ha deciso in via definitiva il procedimento contro A.B. e M.G., accusati di manifestazioni fasciste per aver salutato a braccio teso i "camerati" ad un raduno di Casa Pound.
Ricordando che l'art. 5 della Legge 645/'52 (nota come "Legge Scelba") punisce detto reato con la reclusione fino a 3 anni, i Giudici di Legittimità non hanno ritenuto di accogliere le motivazioni dei ricorrenti che sottolineavano la non lesività del gesto e l'obsolescenza delle norme che lo proibiscono, per via della mutata situazione politica e sociale e del principio di libera espressione delle idee; al contrario, la Suprema Corte ha ravvisato proprio nelle modalità e nelle circostanze della condotta un rischio di proselitismo e di ricostituzione di unentità anticostituzionale e liberticida come il disciolto partito fascista - seppure a oltre settant'anni di distanza dalla fine della dittatura.
Si legge, infatti, nelle motivazioni che: "nulla autorizza a ritenere che il decorso di ormai molti anni dall'entrata in vigore della Costituzione renda scarsamente attuale il rischio di ricostituzione di organismi politico-ideologici aventi comune patrimonio ideale con il disciolto partito fascista o altre formazioni politiche analoghe" e "l'esigenza di tutela delle istituzioni democratiche non risulta erosa dal decorso del tempo".
Insomma, il diritto alla libertà di espressione - garantito dall'art. 21 della Costituzione - cui facevano appello gli avvocati dei ricorrenti, è in questo caso superato dal preminente interesse al mantenimento dell'ordine pubblico e alla tutela dei valori democratici.