La siringa deve essere considerata una vera e propria 'arma'. Chi la utilizza nel corso di una rapina, non avra' nessuna attenuante. Lo stabilisce la Corte di Cassazione che ha confermato la condanna per tentata rapina aggravata dall'uso di una siringa ad un extracomunitario, Senad N., che aveva tentato di rubare il portafogli ad un anziano. Invano l'immigrato (era gia' stato condannato dalla Corte d'appello di Brescia) ha tentato di alleggerire la condanna in Cassazione, sostenendo che la siringa non e' un'arma. Per piazza Cavour, che ha respinto il ricorso, anche una siringa 'quando sia utilizzata al fine di minaccia e in un contesto aggressivo, diventa uno strumento atto ad offendere e deve quindi considerarsi arma anche ai fini dell'applicazione delle aggravanti'. La Seconda sezione penale, nella sentenza 18905) sottolinea ancora che 'il brandire un simile oggetto, per il grave rischio di contagio di malattie gravissime che notoriamente la puntura potrebbe provocare, costituisce atto idoneo ad integrare la minaccia ingiusta che costituisce elemento della rapina'.
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