Da oggi è ufficialmente in vigore il nuovo Codice Deontologico Forense, concludendo l'iter iniziato con l'approvazione del CNF il 31 gennaio 2014 e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 16 ottobre scorso.
Lo "statuto" che regolerà il comportamento professionale degli avvocati nell'espletamento della propria attività è il frutto del lavoro della Commissione deontologica e dell'accoglimento delle istanze giunte dalle varie componenti della stessa avvocatura e della giurisprudenza, nel rispetto dei principi dettati dalla l. n. 247/2012.
L'insieme delle norme deontologiche, unitamente alla riforma forense e al nuovo procedimento disciplinare che partirà dal prossimo gennaio, compie una vera e propria rivoluzione nel mondo dell'avvocatura, improntata sempre più alla tutela dell'interesse pubblico e all'affidamento della collettività verso un corretto esercizio della professione, garantito dalla previsione di regole di condotta certe e da altrettanto certe infrazioni, appannaggio dei Consigli distrettuali di disciplina, in caso di mancato rispetto dei doveri previsti.
È proprio questa l'impronta che caratterizza l'impianto complessivo del nuovo testo, suddiviso in 73 articoli raccolti in sei titoli principali (oltre alle disposizioni finali).
Dai principi generali, ai rapporti con il cliente e con i colleghi, dai doveri dell'avvocato nel processo ai rapporti con i terzi, le controparti e le istituzioni forensi, il codice individua gli obblighi specifici cui l'attività di ogni avvocato dovrà uniformarsi, tipizzando gli illeciti disciplinari, attraverso l'indicazione espressa delle sanzioni applicabili in caso di inosservanza, secondo il principio "nulla poena sine lege".
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