Con il sì definitivo della Camera alla proposta di legge (C. 2295 e abb.) che modifica l'art. 635 del Codice dell'ordinamento militare, di cui al d.lgs. n. 66/2010, dal 18 dicembre scorso cambiano i parametri fisici per l'ammissione ai concorsi delle forze armate, di polizia e vigili del fuoco.
La novità più eclatante del provvedimento che ha visto l'accordo unanime del Parlamento, è l'eliminazione dei limiti minimi di altezza, richiesti necessariamente per l'accesso nei corpi armati italiani, e che corrispondevano ad almeno 1 metro e 65 centimetri per gli uomini e ad 1 metro e 61 centimetri per le donne.
Cade così uno degli ultimi tabù in materia e si raggiunge, con l'eliminazione di un requisito ormai anacronistico e altamente discriminatorio, secondo gli stessi promotori della legge, "un obiettivo di civiltà giuridica e di merito", che mira appunto a valorizzare le competenze e a favorire l'accesso alle carriere presso le forze armate.
I requisiti, sulla base dei quali verranno effettuate le valutazioni durante i concorsi per il reclutamento delle nuove leve, saranno quindi un "mix" tra più parametri fisici correlati "alla composizione corporea, alla forza muscolare e alla massa metabolicamente attiva, secondo le tabelle richieste dal regolamento".
Ad essere valutato, in sostanza, sarà l'insieme delle capacità fisiche e attitudinali, garantendo una selezione efficace di fronte ad una platea più ampia, dalla quale sinora restavano esclusi in molti (e soprattutto le donne) solo per motivi di conformazione fisica e a prescindere dalle loro qualità.