I transessuali che decidono di cambiare sesso sottoponendosi ad un intervento chirurgico totale possono chiedere il risarcimento dei danni se l'operazione non e' riuscita bene. A dare il via libera al risarcimento e' la Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso di Anna B., un transessuale di Orvieto che si era sottoposto 'ad intervento chirurgico di cambiamento di sesso', per diventare donna. L'intervento pero', fatto con una tecnica non routinaria, non era riuscito bene, al punto da impedire ad Anna, nella sua nuova condizione di donna, di 'intrattenere normali rapporti sessuali'. Un intervento chirurgico riuscito male per il quale il Tribunale di Orvieto aveva condannato il dottore, la Asl e le assicurazioni a risarcire il transessuale con 200 milioni di vecchie lire. Il risarcimento veniva negato al transessuale dalla Corte d'appello di Perugia sulla base del fatto che 'era del tutto carente la prova della pretesa imperizia del chirurgo'. Ma oggi la Cassazione, con la sentenza 9471, ha accolto il ricorso di Anna stabilendo che 'pur gravando' sul paziente 'l'onere di allegare i profili concreti di colpa medica posti a fondamento della proposta azione risarcitoria' questo onere 'non si spinge sino alla necessita' di enunciazione ed indicazione di specifici e peculiari aspetti tecnici di responsabilita' professionale, conosciuti e conoscibili soltanto dagli esperti del settore'. In altre parole, per ottenere il risarcimento dei danni e' sufficiente che il paziente contesti 'l'aspetto colposo dell'attivita' medica' secondo le 'cognizioni ordinarie di un non professionista'. Sara' ora la Corte d'appello di Perugia, cui il caso e' stato rinviato, a quantificare il giusto risarcimento per il transessuale operato male.
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