Avv. Francesco Pandolfi - cassazionista
Cosa fare prima di presentare un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo?
Ecco un breve vademecum.
E' fondamentale sapere che esistono attività procedimentali da svolgere prima, durante e dopo l'esposizione di un caso alla CEDU.
Prima in quanto talune attività possono essere poste in essere davanti il Giudice Nazionale, durante in quanto vi sono adempimenti da svolgere nella fase dinanzi alla Corte stessa, dopo per gli sviluppi attinenti all'esecuzione delle sentenze della Corte Europea.
Si tratta di un complesso insieme di attività tecnico giuridiche articolate nel tempo, attività che, per intuitive ragioni, richiedono l'assistenza di un legale esperto.
In questo articolo ci occupiamo dell'importante fase antecedente al ricorso vero e proprio alla Corte EDU.
In premessa va subito chiarito che le violazioni della Convenzione devono essere immediatamente rappresentate innanzi al Giudice nazionale, questo perché una potenziale doglianza alla CEDU va opportunamente preparata ed argomentata fin dall'inizio della vicenda processuale.
Il criterio da seguire è il seguente: laddove si ravvisino violazioni dei diritti fondamentali, il difensore della fase giudiziaria domestica deve impegnarsi a far rilevare al Magistrato la situazione; in questo modo, ove il giudice confermasse di riconoscere la violazione come effettivamente sussistente, un futuro ricorso alla CEDU sarebbe del tutto inutile.
E' basilare tenere presente che il principio di sussidiarietà (unito ad un principio di cooperazione tra le parti attive del processo) stabilisce che al Giudice debba essere data la possibilità di esaminare e, se è possibile, di rimediare alle ritenute violazioni.
Se questo non accade, allora può presentarsi il ricorso alla CEDU.
In applicazione del principio di previo esaurimento delle vie di ricorso interne, per evitare poi che la Corte EDU dichiari irricevibile il ricorso, è necessario ricorre alla Corte suprema del proprio Stato.
Questo particolare meccanismo è stato congegnato per far si che il Giudice nazionale abbia la concreta possibilità di esaminare, gestire e risolvere adeguatamente una o più presunte violazioni della Convenzione.
Si chiede che davanti i Giudici nazionali siano posti in evidenza tanto gli articoli della Convenzione violati quanto la giurisprudenza della Corte EDU in materia.
E' questo un passaggio importante, atteso che le sentenze della CEDU concernenti le violazioni devono essere richiamate con i riferimenti specifici, se possibile citando uno o più paragrafi che possano apparire attinenti a violazioni perpetrate in casi del tutto analoghi.
Qui merita menzione un aspetto troppo spesso trascurato.
L'analisi della giurisprudenza dei casi simili non dovrebbe riguardare le sentenze del solo Stato convenuto, ma dovrebbe essere estesa alle decisioni analoghe che abbiano interessato uno o più Paesi con un sistema giuridico somigliante.
Questo accorgimento, laborioso ma efficace, consente di offrire una approfondita ricostruzione del caso in ambito CEDU e di giungere alla fase decisionale con un corredo istruttorio di elevata caratura, semplificando il lavoro della Corte.
Altro accorgimento da non sottovalutare è quello di produrre una ricerca approfondita della dottrina in materia.
E' importante quindi che la parte interessata valuti in profondità, con il proprio difensore di fiducia, l'investimento di tempo e di risorse economiche (non necessariamente elevate) da impiegare al fine di progettare con gradualità ed incisività il ricorso CEDU.
Questo perché talvolta possono esservi rilevanti interessi in gioco (pensiamo a casi in materia di esproprio) come tali meritevoli di incisive strategie difensive "ad ampio raggio".
Non meno importante è la particolare attività che consiste nel produrre memorie difensive durante il corso della causa nazionale per offrire al Magistrato l'indicazione puntuale delle violazioni della Convenzione.
L'effetto che si produrrà è che l'invocazione della violazione dovrà essere oggetto di valutazione da parte del Tribunale domestico.
Di grande importanza è la creazione di un dossier CEDU "parallelo" al fascicolo giudiziale nazionale, da aggiornare progressivamente in corso d'opera per avere, ad un tempo, un quadro sintetico ed analitico di tutta la vicenda processuale.
Esaurite le vie interne, il difensore preparerà il parere prodromico al ricorso prima della scadenza del termine (attualmente semestrale) per presentare l'istanza alla Corte EDU; in quell'atto illustrerà al proprio Cliente ogni utile elemento conoscitivo del giudizio CEDU unitamente al calcolo delle possibilità di successo.
Solo il ricorso completo di documenti, correttamente spedito, interrompe il termine di sei mesi; un'eventuale fax o simili non produrrà l'effetto interruttivo.
Avv. Francesco Pandolfi
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