Tuttavia, il loro trattamento fiscale è differente. Infatti, mentre il conferimento è un'operazione fiscalmente neutra, la cessione dà luogo ad una plusvalenza, qualora il prezzo di cessione dell'azienda sia superiore al suo valore contabile, determinato come differenza tra gli elementi attivi e passivi del patrimonio, oppure ad una minusvalenza, qualora il prezzo di cessione sia inferiore al valore contabile dell'azienda.
La plusvalenza così determinata è interamente tassabile; allo stesso modo, la minusvalenza è interamente deducibile.
Mediante un conferimento d'azienda è possibile ottenere lo stesso effetto della cessione, conseguendo però un notevole risparmio d'imposta.
In pratica, il proprietario dell'azienda (conferente) effettua un conferimento in favore di colui che ha interesse ad acquistarla (conferitario); in cambio, il conferente non ottiene una somma di denaro, come avviene nella cessione, ma una partecipazione (azioni o quote) al capitale sociale dell'impresa conferitaria.
Questa partecipazione viene, quindi, iscritta tra le immobilizzazioni finanziarie del conferente e, dopo un anno dal conferimento, la partecipazione viene ceduta, godendo del regime della Participation Exemption (PEX) che prevede un'esenzione pari al 95%, se società di capitali, o al 60%, se società di persone, della plusvalenza realizzata.
Approfondimenti in rete:
» La disciplina del conferimento d'azienda (PDF)