di Marina Crisafi - Pronti, partenza, via! Alle 8:03, Belluno ha "celebrato" il primo divorzio breve del Paese nel giorno dell'entrata in vigore della legge n. 55/2015 (leggi: "Divorzio più breve e 'fai-da-te' ma la separazione resta").
A poche ore dal via libera della riforma, applicabile con effetti immediati anche ai procedimenti in corso, i due ex coniugi hanno depositato l'accordo di negoziazione assistita che, nell'arco della mattinata è stato autorizzato dalla locale procura della repubblica presso il Tribunale.
La coppia aveva ottenuto la separazione consensuale dall'ufficio giudiziario cittadino con decreto del 21 marzo scorso, ma le parti erano comparse davanti al presidente del tribunale nel febbraio dello scorso, superando, quindi, abbondantemente, il termine di sei mesi richiesto per la domanda di divorzio consensuale.
Esperito il tentativo di conciliazione e informati della possibilità di ricorrere alla mediazione familiare, i due ex hanno confermato la volontà di divorziare consensualmente attraverso la convenzione di negoziazione assistita, da un avvocato per parte, regolando ogni aspetto futuro, ivi compresi il mantenimento per i due figli minori, la residenza e i costi del mutuo sulla casa.
E il pm non ravvisando irregolarità ha dato l'ok.
L'accordo e il relativo decreto autorizzativo sono, quindi, stati depositati presso l'ufficio di stato civile del comune di Belluno, per cui la procedura è stata conclusa nel corso della mattinata.
Un record, quello della città veneta, che farà scuola e che sembra smentire il "rischio caos" paventato da molti.
Anche se, laddove tutte le 200mila coppie in attesa di divorzio dovessero optare per il nuovo "rito" ciò rischierebbe sul serio di ingolfare le attività dei tribunali, soprattutto di quelli in carenza di personale.
Il boom atteso è comunque notevole e si prevede che oltre la metà farà ricorso alla procedura di negoziazione assistita. Tuttavia, come affermato da Gian Ettore Giassani, presidente dell'Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani, "è difficile fare delle stime - potendo il provvedimento riguardare - da 50mila a 300mila procedimenti, una forbice molto ampia dovuta al fatto che non tutti in Italia intendono passare dalla separazione al divorzio".
In ogni caso si assiste ad una "rivoluzione copernicana" ha proseguito il presidente dell'Ami che porterà due vantaggi principali: "evitare le asprezze che aumentano tra i coniugi nel periodo molto duro che si vive in attesa di una sentenza e - fare - da incentivo alle separazioni consensuali, nelle quali c'è bisogno di pochi mesi per definire la situazione", oltre che segnare "uno stop al turismo divorzile".