di Marina Crisafi - Con 163 sì, 2 astenuti e 65 contrari ieri pomeriggio palazzo Madama ha dato il via libera al ddl che introduce i reati di omicidio stradale e lesioni personali stradali.
Salutata dal premier su Twitter come "un impegno preso con le famiglie" e dal sottosegretario Cosimo Ferri come una legge che "richiama i conducenti sui rischi di una guida distratta o imprudente" e che sarà accompagnata da investimenti in prevenzione e sicurezza, l'approvazione del ddl al Senato non è stata certo indolore.
La maggioranza infatti è stata battuta due volte in aula. Nonostante il parere contrario del governo, palazzo Madama ha fatto passare lo stralcio dal testo dell'estensione della pena della reclusione da sette a dieci anni (ritenuta eccessiva per distrazioni e imprudenze che seppur gravi non possono essere equiparate alla guida priva di inibizioni per via di cause chimiche) per i conducenti dei veicoli che causano la morte di una persona in seguito ad attraversamenti con semaforo rosso, a inversioni del senso di marcia o a sorpassi in corrispondenza di attraversamenti pedonali.
Per costoro, in caso di morte di una persona, la pena sarà applicata soltanto per chi verrà trovato con un tasso alcolemico tra 0,8 e 1,5, con l'aggravante da otto a dodici anni per tassi superiori, mentre per chi provocherà lesioni gravi nelle suddette ipotesi il rischio sarà la reclusione da 9 mesi a 2 anni.
A prendere una via separata in aula anche gli incidenti nautici che verranno normati nell'ambito della riforma del codice della navigazione, già pendente alla Camera, per via dei problemi - come ha spiegato lo stesso relatore Giuseppe Luigi Cucca - "di rilevazione strumentale e di controlli, del tutto diversi da quelli stradali".
Per il resto, il testo approvato dal Senato, che ora passa alla Camera per l'ok definitivo, si è allineato a quello licenziato dalla commissione giustizia, colpendo conducenti sotto effetto di alcool e droga con pene fino a 27 anni di carcere.
È questa la pena massima prevista per i "pirati della strada" che uccidono e si danno alla fuga. Senza l'omissione di soccorso invece gli anni di reclusione scendono a 18, mentre se la vittima è una i colpevoli rischiano fino a 12 anni di carcere che diventano 18 se fuggono dal luogo dell'omicidio.
Dal punto di vista procedurale, invece, il legislatore è intervenuto rendendo più informale la perizia che, se necessario, potrà essere coattiva, e il pm, in casi di urgenza, potrà autorizzare anche oralmente i prelievi sui pirati della strada completando l'iter scritto di autorizzazione entro le 48 ore.
Per quanto riguarda la patente, infine, in caso di omicidio stradale, il ddl prevede una sospensione che arriva fino a 30 anni.
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