di Marina Crisafi - La pressione fiscale in Italia è giunta ad un livello di guardia tale da essere "difficilmente tollerabile". Ora, dunque, occorre tornare indietro, con interventi che restituiscano la "capacità di spesa a famiglie e imprese". Ad evidenziare la preoccupante situazione raggiunta dal Paese è la presidente della Corte dei Conti, Enrica Laterza, nella relazione sul rendiconto generale dello Stato 2014 illustrata in questi giorni nella sede romana.
Secondo i dati della magistratura contabile, il peso del fisco è arrivato al 43,5% nel 2014, con un divario dell'1,7% rispetto alla media della zona euro, confermando, quindi, le difficoltà di "realizzare pienamente il programma di spending review".
NB: la pressione fiscale è determinata dal rapporto tra il gettito fiscale e il PIL ma è cosa diversa dalla aliquota fiscale effettiva che è ben più alta e che si calcola tenendo conto dell'aliquota riscossa su diversi tipi di reddito o di attività economiche.
Così se la pressione fiscale in Italia ha raggiunto il 43,5%, "l'aliquota fiscale effettiva per le piccole aziende, artigiani, commercianti, liberi professionisti, nel 2014 ha raggiunto il 68%" (Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Aliquota_fiscale_effettiva)
Ma nel mirino della Corte ci sono anche le pensioni, che rappresentano una spesa caratterizzata da "forte rigidità" che aumenta a ritmo costante, unitamente al crollo degli investimenti e ai margini sempre più ristretti di risparmio su redditi di lavoro e consumi intermedi. A ciò si aggiunge la crescente "esternalizzazione" dello Stato, con un aumento vertiginoso di "enti e società strumentali o complementari" rispetto alle amministrazioni centrali, che non fanno altro che aggravare i costi e che, nell'ottica dell'attuazione della spending review, richiedono "un attento ripensamento".
Ripensamento che, per la presidente Laterza, mentre si attende ancora l'attesa riduzione della spesa, deve passare anche dalla riorganizzazione dei servizi pubblici e della loro fruizione, attraverso una "rigorosa articolazione tariffaria" che conduca ad una maggiore partecipazione dei cittadini alla copertura dei costi in virtù della diversa capacità contributiva.