di Marina Crisafi - Dei ragazzi esplodono dei petardi in strada, cosa peraltro abituale in quel quartiere, e il cane scavalca il cancello di casa e scappa. Per fortuna, le forze dell'ordine lo ritrovano e lo riportano a casa, ma per il padrone è inevitabile la multa per omessa custodia. L'uomo, un avvocato, però non ci sta e, nonostante la cifra risibile (100 euro) della sanzione amministrativa irrogata per la violazione dell'art. 672 c.p., inizia una battaglia estenuante giunta fino in Cassazione, la quale, tuttavia conferma le decisioni di merito.
Nella vicenda portata alla sua attenzione, i giudici della S.C. infatti, con ordinanza n. 19694/2015 (qui sotto allegata) hanno considerato decisiva, ai fini della sussistenza del pericolo per la pubblica incolumità, la valutazione di "pericolosità dell'animale" operata nei precedenti gradi di giudizio, sia alla luce delle dimensioni dello stesso (trattandosi di un grosso cane lupo) sia in quanto "era scappato di casa, perché in stato di agitazione e paura, causato dal lancio di petardi".
È evidente, infatti, hanno affermato, che "un cane in siffatte condizioni di agitazione, pur mansueto in condizioni normali, possa mettere a repentaglio l'integrità fisica di eventuali passanti o compiere atti inconsulti che mettano in pericolo gli utenti della strada". E altrettanto evidente è la responsabilità del padrone, posto che come dichiarato dai testi, ogni qualvolta i ragazzi del quartiere sparano i petardi (fatto dunque non imprevedibile), il cane impazzisce e scavalca il cancello andando su strada e che, al fine di escludere la sua colpa, "non è sufficiente tenere l'animale in luogo privato, ma è necessario che tale luogo sia idoneo a prevenirne la fuga".
Per cui ricorso rigettato e multa definitivamente confermata.
Cassazione, ordinanza n. 19694/2015