di Valeria Zeppilli - Tra i business oggi più diffusi c'è di certo quello di rivalutare appartamenti non utilizzati, adibendoli a bed & breakfast.
E se il proprietario di un immobile in condominio decide di avviare questo business, l'assemblea non può ostacolarlo adducendo che il regolamento condominiale proibisce di mutare la destinazione d'uso degli appartamenti rispetto a quella abitativa.
A stabilirlo è il Tribunale di Verona, che, con una recente sentenza, ha chiarito che la fruizione dei locali da parte degli avventori del b&b è comunque un'attività di tipo "para-familiare".
Essa, infatti, ha un carattere sobrio e inderogabilmente breve ed è spesso supervisionata dalla presenza del proprietario dell'immobile.
Quindi non importa che a gestire l'alloggio sia un'impresa commerciale: la delibera che proibisce agli ospiti dell'appartamento di usufruire degli spazi comuni condominiali va annullata.
In sostanza, il regolamento condominiale che vieta di destinare gli alloggi ad uso diverso dall'abitazione va interpretato dal giudice sulla base delle regole ermeneutiche che il codice civile detta per la gestione dei rapporti negoziali agli articoli 1362 e seguenti.
Così, come un proprietario è libero di affittare il suo appartamento, sarà altrettanto libero di adibirlo a b&b e la piscina, i campi da tennis e gli altri spazi ricreativi presenti nel complesso edilizio in cui sorge la struttura potranno essere liberamente frequentati dagli ospiti, senza che il regolamento condominiale possa impedirlo.