di Erminia Liccardo - La certificazione dei crediti ci lancia un messaggio importante: non è sempre lo Stato a vantare pretese, sia pur legittime, nei confronti di noi cittadini.
Talvolta, infatti, può capitare di trovarsi dall'altra parte e vantare un credito nei confronti della Pubblica Amministrazione.
Diversamente da quello che si potrebbe immaginare, non è però del tutto semplice ottenerne tempestiva soddisfazione e sarà piuttosto necessario … mettersi in fila.
A tal fine è stata, infatti, predisposta la certificazione dei crediti, una procedura concepita proprio allo scopo di favorire lo smobilizzo dei crediti vantati da individui ed imprese nei confronti della P.A. ed evitare, così facendo, un fenomeno inconcepibile ed assurdo, che mal si attaglia alla sempre più profonda crisi economica che sta imperversando su tutti noi, ossia l'immobilismo di capitali.
Requisiti oggettivi e soggettivi
L'accreditamento, che ha luogo appunto mediante apposita procedura di certificazione dei crediti, può essere messo in atto da parte di qualsiasi società, impresa individuale, ente diverso da impresa o persona fisica che vanti un credito nei confronti di una Pubblica Amministrazione.
Il credito de quo dovrà essere certo, liquido ed esigibile e non prescritto.
Sotto il profilo che attiene alla persona chiamata ad eseguire la procedura non sono solo il titolare del credito, o, per le società, il legale rappresentante ad averne diritto, potendo anche altre persone delegate operare nell'apposita piattaforma per conto del creditore, come, ad esempio, i commercialisti.
Uno stesso utente può anche agire per più creditori.
Modalità di registrazione per certificazione dei crediti
Il sistema di certificazione dei crediti necessita, in via preliminare, che il soggetto interessato si accrediti nell'apposita piattaforma.
A tal fine, mentre le società o le imprese individuali sono abilitate a farlo autonomamente, anche per mezzo di delegati, le persone fisiche devono prima recarsi presso la P.A. debitrice per il riconoscimento.
A questo punto il creditore potrà provvedere ad inoltrare l'istanza di certificazione compilando un modulo nel quale vanno specificate la P.A. debitrice e su quali fatture si basa il credito ed inserite le varie dichiarazioni previste dalla legge.
Se entro trenta giorni dalla presentazione dell'istanza la P.A. non provvede a rilasciare la certificazione o a rilevare l'inesistenza o l'inesigibilità del credito, il creditore è autorizzato a richiedere la nomina di un commissario ad acta attraverso la piattaforma stessa.
Perché la certificazione dei crediti è così importante
La certificazione è uno strumento importante in mano ai creditori dello Stato, in quanto questi, una volta che la abbiano ottenuta, hanno diverse modalità con le quali utilizzare il proprio credito oltre che attendere il pagamento (che, peraltro, a seguito della certificazione, è sottoposto a un termine individuato entro il quale la P.A. deve effettuarlo).
Innanzitutto, infatti, il creditore, qualora abbia intenzione o necessità di ottenere una liquidità immediatamente disponibile, può cedere anche parzialmente il credito o chiederne un'anticipazione a una banca o agli altri intermediari abilitati.
In secondo luogo, egli può porlo a compensazione di eventuali debiti nei confronti dell'erario.
Nonostante ciò, oggi le cifre che attengono al mancato saldo dei crediti di persone fisiche ed imprese a livello nazionale sono allarmanti: sono più di 4.500 le P.A. che non hanno ancora provveduto a soddisfare le pretese creditorie dei cittadini a fronte di più di 87.000 istanze presentate. Possibile che la Pubblica Amministrazione sia inadempiente?
La verità è che a mancare, talvolta, è proprio la preliminare certificazione dei crediti commerciali. Eppure, a ben vedere, il pagamento dei più di 90 miliardi di debiti arretrati da parte della Pubblica Amministrazione rappresenterebbe uno dei canali più efficaci per rianimare il sistema delle imprese, oggi più che mai al collasso.
Una manovra questa alla quale, almeno per una volta, a fungere da deterrente non è la cronica mancanza di liquidità dello Stato.
Basti pensare che il decreto legge n. 35/2013 ha stanziato a tal fine circa 40 miliardi di euro per gli anni 2013 e 2014, il decreto legge n. 102/2013 ne ha stanziati ulteriori 7,2 miliardi per il 2013, la legge di stabilità 2014 ha stanziato 0,5 miliardi di euro e il decreto legge n. 66/2014 ulteriori 9,3 miliardi.
Vero è che, agli occhi di molti, la procedura di certificazione dei crediti appare eccessivamente burocratica e farraginosa. Un problema davvero serio, visto che la relativa piattaforma coinvolgerebbe, stando a recenti stime, circa 60 milioni di fatture.
La speranza è che la semplificazione della procedura, in fase di studio, sia in grado di fermare il temibile processo di insolvenze a catena che, specie negli ultimi anni, sembra andare sempre più ad autoalimentarsi.
Interessante segnalare che nel sito istituzionale dedicato alla certificazione dei crediti sono disponibili una serie di video guide consultabili in questa pagina.