Avv. Francesco Pandolfi - Il comando regionale della Guardia di Finanza dispone il trasferimento d'autorità, con effetto immediato, di un maresciallo, avendo ravvisato alcune situazioni di presunta incompatibilità ambientale tra il militare e il contesto di lavoro.
Si tratterebbe di fatti desunti da segnalazioni anonime...
Il timore per l'amministrazione è che, comunque, tale conflitto porti a pregiudicare il prestigio, l'autorevolezza e l'immagine del corpo, oltre a generare negative ripercussioni sull'ordinato svolgimento del servizio nello specifico territorio.
Ora, se questa è la posizione del comando, il militare ritiene però che tale provvedimento sia basato su una "penuria" di elementi probatori, oltre a non contemplare un'adeguata motivazione.
In altri termini egli, pur perfettamente consapevole che l'orientamento prevalente conferma la non esistenza di un obbligo di specifica motivazione del provvedimento di trasferimento del personale militare, sa però anche che l'Amministrazione deve far riferimento a specifiche situazioni collegate al provvedimento adottato, ossia alle necessità organiche o gli impegni tecnico operativi o anche a validi motivi di opportunità connessi alle vicende attinenti alla ritenuta compromissione del prestigio sopra richiamato.
Pertanto: sarà sicuramente corretto affermare che vi è inesistenza di un obbligo di specifica motivazione, ma è altrettanto vero che non può esservi assenza totale di motivazione.
Cosa fare nei casi analoghi?
E' semplice.
Appurare se il provvedimento che dispone il trasferimento d'autorità si basa su carenti riferimenti e/o mancano precise circostanze di tempo e luogo, in modo tale che non sono agevolmente verificabili le ragioni stesse del provvedimento.
Se è così, promuovere il ricorso amministrativo, chiedendo al Tar l'annullamento dell'atto oltre che dei documenti allegati e connessi.
Per contattare l'avv. Francesco Pandolfi
3286090590 francesco.pandolfi66@gmail.com
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