di Erminia Liccardo - La perdita del lavoro rappresenta una delle situazioni più ricorrenti in questi ultimi anni.
Ecco perché l'indennità di disoccupazione, istituita allo scopo di garantire una forma di sostentamento, è stata nel tempo rivisitata, proprio al fine di dare consona e adeguata risposta all'imprescindibile diritto -per tutti coloro che abbiano, per motivazioni che esulano dalla propria volontà, perduto il lavoro- di godere di una forma di reddito, sia pur ridotta.
La prestazione economica istituita per gli eventi di disoccupazione oggi possiede infatti una nuova veste giuridica: essa viene definita indennità di disoccupazione Naspi.
La stessa copre tutti i casi di disoccupazione che si siano verificati a partire dal 1° maggio 2015 e sostituisce l'Aspi e la mini-Aspi, introdotte dalla legge 92/2012 (cd. Riforma Fornero) e che continuano ad applicarsi per quei lavoratori che abbiano perso il proprio lavoro prima di tale data.
Ratio dell'indennità di disoccupazione
Concessa dallo Stato nella forma di sussidio, l'erogazione dell'indennità di disoccupazione rappresenta una pratica ampiamente diffusa in Europa.
Essa rappresenta una delle più alte forme di ammortizzatore sociale, la cui ratio sta appunto nel garantire un sostegno economico a tutti i lavoratori che abbiano perso il proprio lavoro.
In Italia, nell'ambito del lavoro privato, oltre alla Naspi esistono altre due forme di indennità di disoccupazione: la disoccupazione agricola per gli operai del settore agricolo e la Dis-coll per i lavoratori parasubordinati.
Destinatari della Naspi
Dire che l'indennità di disoccupazione spetti a tutti coloro che abbiano perso il lavoro è estremamente generico: in effetti, come noto in tutti i campi del diritto, è necessario che concorrano una serie di condizioni alle quali è sottoposto il suo legittimo operare.
La nomenclatura delle circostanze e delle situazioni in cui essa va a spettare è abbastanza circoscritta: nella categoria di soggetti destinatari del sussidio in questione possono infatti farsi rientrare gli apprendisti, i dipendenti a tempo determinato e indeterminato, i soci lavoratori delle cooperative con rapporto di lavoro subordinato e, per finire, il personale artistico con rapporto di lavoro dipendente.
Come si vede, l'elenco è molto ampio, tuttavia sono necessari ulteriori particolari requisiti per poter beneficiare del sussidio, connessi alla durata della prestazione lavorativa prestata prima dello stato di disoccupazione, ai termini per presentare la domanda e alla disponibilità al lavoro.
La perdita dell'occupazione, inoltre, deve essere stata involontaria.
Vi sono, poi, dei soggetti che non possono comunque essere qualificati come potenziali destinatari di tale sussidio: trattasi, oltre che dei collaboratori e degli operai agricoli a tempo determinato o indeterminato e che prestino attività a qualsiasi titolo, anche dei dipendenti della Pubblica Amministrazione.
Se è facile comprendere se si abbia o meno diritto al sussidio in questione, altrettanto facile non è -è questa una delle principali difficoltà nella quale spesso si incorre- eseguire il calcolo dell'ammontare effettivo dell'indennità di disoccupazione, ossia quantificare le proprie spettanze nel caso in cui si incorra nella perdita della propria attività lavorativa.
A tal fine, l'Inps ha emanato un'apposita circolare, disponibile qui.
Sostanzialmente, l'importo mensile che spetta a titolo di Naspi è calcolato sull'importo medio della retribuzione lorda mensile percepita negli ultimi quattro anni (calcolata includendo anche gli elementi continuativi e non e le mensilità aggiuntive), divisa per il numero di settimane di effettiva contribuzione e moltiplicata per 4,33.
Laddove la retribuzione mensile sia pari o inferiore a Euro 1.195,00, l'indennità è pari al 75% della retribuzione.
Laddove, viceversa, essa superi tale importo, l'indennità è pari alla somma tra il 75% di Euro 1.195,00 e il 25% della differenza tra la retribuzione mensile e Euro 1.195,00.
In ogni caso, la Naspi non può superare Euro 1.300,00 mensili.
Si precisa che sia tale limite massimo che la soglia di Euro 1.195,00 valgono per il 2015 e vanno rivalutati annualmente sulla base della variazione dell'indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati intercorsa nell'anno precedente.
Infine, l'importo della Naspi è ridotto del 3% al mese a partire dal primo giorno del quarto mese di fruizione.