di Marina Crisafi - I detenuti potranno usare Skype per i rapporti con i familiari e internet nelle sale comuni, ma non in cella. Queste le regole confermate dalla circolare n. 366755 del 2 novembre 2015 emanata dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (qui sotto allegata).
L'utilizzo delle moderne tecnologie informatiche da parte dei detenuti, si legge nelle linee guida del Dap, "appare oggi un indispensabile elemento di crescita personale e un efficace strumento di sviluppo di percorsi trattamentali complessi"; si tratta di iniziative di "insostituibile valore risocializzante", che vanno incentivate al fine di non marginalizzare ulteriormente la popolazione carceraria ma che vanno contemperate con i problemi legati alla sicurezza in considerazione della particolarità del contesto detentivo.
Ciò in linea con le regole penitenziarie del 2006 che hanno riaffermato il principio di un trattamento penitenziario che "si avvicini il più possibile alle condizioni di vita, di organizzazione del lavoro e di studio delle persone libere" e nella stessa direzione del ddl di riforma dell'ordinamento penitenziario, attualmente all'esame del Senato.
Così quanto a internet, sin dal 2000 le norme consentono di tenere un pc nelle camere di pernottamento ai detenuti e nelel sale destinate alle attività comuni, ma senza possibilità di collegamento esterno. Per la circolare tale preclusione va confermata, e l'accesso a internet per motivi di studio, formazione e aggiornamento professionale sarà possibile solo nelle postazioni attivate nelle sale comuni dedicate alle attività trattamentali (come ad esempio le biblioteche) con esclusione quindi delle stanze di pernottamento per consentire un agevole controllo da parte degli operatori.
Il tutto sarà gestito a livello centrale, al fine di garantire la massima sicurezza, e l'accesso sarà consentito solo verso una "white list" di siti appositamente selezionati per i quali il detenuto ha avuto autorizzazione e con la presenza, consigliata, di un tutor di sostegno.
Quanto a Skype, invece, la circolare conferma l'autorizzazione al suo utilizzo per consentire ai detenuti di mantenere e sviluppare "relazioni familiari il più possibile normali", in armonia con il quadro normativo europeo, e invita tutte le strutture dove sono allocati detenuti comuni ad implementare l'utilizzo di tale strumento.
La circolare del Dap del 2 novembre 2015