di Marina Crisafi -Lui guadagna 2.600 euro al mese ma sui suoi redditi pesa una rata mensile di quasi 1.000 euro per il pagamento del mutuo contratto per l'acquisto della casa coniugale. A conti fatti, dunque, il suo reddito arriva quasi ad eguagliare quello dell'ex moglie pari a 1.400 euro. Ragion per cui niente più assegno di mantenimento! È questo il ragionamento seguito dalla Cassazione che, con l'ordinanza n. 22603/2015, depositata il 4 novembre scorso (qui sotto allegata), ha rigettato il ricorso di una donna che impugnava la sentenza d'appello di revoca dell'obbligo disposto in primo grado a carico dell'ex marito di versare l'assegno di mantenimento.
La donna riteneva che i giudici avessero "completamente trascurato la stridente capacità reddituale" di entrambi e invocava l'intervento della Cassazione.
Ma di fronte agli Ermellini è l'uomo ad ottenere vittoria definitiva.
Per la sesta sezione civile, infatti, è vero che i due redditi non sono uguali, e che il marito ha maggiore disponibilità economica, ma la differenza è di fatto azzerata dal peso delle rate del mutuo contratto per acquistare proprio dalla donna la metà della casa coniugale e permetterle così di acquistare a sua volta una casa di proprietà in cui abitare dopo la separazione.
Per cui, anche se non uguali i redditi sostanzialmente si equivalgono consentendo "ad entrambi una vita dignitosa e non sostanzialmente dissimile da quella condotta in costanza di matrimonio". In definitiva, quindi la donna può dire addio all'assegno e pagare anche le spese processuali.
Cassazione, ordinanza n. 22603/2015