di Marina Crisafi - Fido deve fare i propri bisogni e non c'è nessuno che possa accompagnarlo, tanto più che occorre portarlo in braccio perché è stato operato da poco. Inevitabile l'uscita dell'uomo che in pigiama e ciabatte scende in strada allontanandosi di 30 metri dalla propria abitazione. Peccato però che l'uomo è ai domiciliari e a beccarlo sono proprio le forze dell'ordine. Consequenziale quindi la condanna per evasione, confermata anche dalla Cassazione, con sentenza n. 45073/2015 depositata ieri (qui sotto allegata).
Nessun dubbio infatti per gli Ermellini sulla condotta tenuta dall'uomo e a nulla vale la tesi della difesa che parla di "modesta offensività", dato che, viste le condizioni dell'animale e il fatto che la moglie non fosse in grado di sollevarlo, la discesa in strada era praticamente obbligata.
Ma la sesta sezione penale, non la pensa così.
Decisivi nella vicenda, infatti, i gravi precedenti penali dell'uomo, già responsabile di evasione in passato, costituenti "presupposto di comportamento abituale di violazione della legge penale, anche della stessa indole, rispetto al quale la modestia del singolo episodio non ha rilievo".
Per cui ricorso rigettato e uomo condannato alle spese.
Cassazione, sentenza n. 45073/2015