di Valeria Zeppilli - L'affido condiviso, benché preferibile per i minori (e anche per i genitori), non deve comunque essere gestito in maniera tale da compromettere gli interessi dei più piccoli.
A tal proposito, particolarmente interessante è un'ordinanza emessa dal Tribunale di Perugia in data 6 luglio 2015 (qui sotto allegata).
In essa, infatti, si è chiarito come l'eccessivo frazionamento della permanenza del figlio presso l'uno o l'altro genitore non risponda agli interessi del minore ma, costringendo il bambino a continui spostamenti, imponga a quest'ultimo un'organizzazione delle incombenze quotidiane che può risultargli troppo gravosa.
Ciò soprattutto nel delicato momento in cui il egli inizia la sua vita scolastica.
Così, se di certo vanno garantite le occasioni di frequentazione sia con la mamma che con il papà, non bisogna mai perdere di vista la necessità di tutelare le esigenze del bambino.
Oltretutto, nel caso sottoposto all'attenzione del giudice umbro, i rapporti tra i genitori erano caratterizzati da un'elevata dose di conflittualità, tale da rendere consigliabile, per tutelare la serenità del minore, contenere le occasioni di incontro tra i due.
Del resto, una collocazione troppo frazionata del figlio non farebbe altro che occasionare nuovi e ulteriori contrasti tra gli ex coniugi.
Insomma, nonostante l'affido condiviso, è fondamentale (e imposto dal giudice) che il minore non "rimbalzi" dall'uno all'altro genitore, ma che la sua collocazione sia gestita nel modo migliore a garantirne il più possibile la tranquillità.
Tribunale di Perugia testo ordinanza 6 luglio 2015