di Marina Crisafi - Sarà sempre più difficile per i cittadini ottenere l'indennizzo per la durata irragionevole di un processo e anche laddove dovessero farcela gli importi saranno saranno molto più poveri.
Le novità sono contenute nella legge di stabilità all'esame della Camera, che, nel silenzio più generale, come riportato oggi dal Fatto Quotidiano e anticipato dal nostro giornale già all'indomani dell'approvazione della bozza da parte del Governo (leggi: "Processi lumaca: indennizzi ridotti a 800 euro e solo se la parte si attiva per evitare i ritardi"), sta mettendo mano alla legge Pinto, al fine di alleggerire il carico crescente degli indennizzi per una giustizia sempre più lumaca che costano allo Stato qualcosa come 45 milioni di euro l'anno e con un debito accumulato di oltre 455 milioni di euro.
Una spesa che, secondo gli auspici, è destinata a scendere (a 42 milioni nel 2016 e a 35,8 milioni nel 2017) e che diminuirà progressivamente se le norme saranno approvate, a vantaggio delle casse statali ma a svantaggio dei cittadini.
Dal punto di vista quantitativo, infatti, in luogo dell'attuale forbice 500/1500 euro, il risarcimento per ogni anno di ritardo sarà pari a 400/800 euro, mentre dal punto di vista procedurale al danno si aggiungerà la beffa.
La parte potrà ottenere l'indennizzo soltanto se si attiverà per evitare la lentezza della giustizia, attraverso appositi "rimedi preventivi" (come ad es., per quanto concerne il civile, la richiesta di passaggio dal rito ordinario a quello sommario), che secondo le novelle alla legge n. 89/2001, diventeranno la conditio sine qua non per avere diritto all'equa riparazione, a pena di inammissibilità dell'istanza.
Tornando all'entità del risarcimento, non solo sarà diminuita in via generale la somma spettante per il superamento del termine della ragionevole durata del processo, ma la stessa potrà essere ulteriormente diminuita del 20% se le parti sono superiori a 10 e del 40% se più di 50, nonché di un terzo in caso di integrale rigetto delle richieste.
Infine, come prevedono le nuove misure, gli indennizzi potranno essere erogati soltanto entro il limite delle risorse disponibili presso il ministero della giustizia, potendo ottenere un'anticipazione, erogata da Bankitalia attraverso l'apertura di un "conto sospeso" che sarà saldato dallo Stato non appena ci saranno nuove risorse.
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