Infatti, talvolta (come fatto dalla Neptune Distribution) le aziende che producono acqua minerale dichiarano in pubblicità che essa è a basso contenuto di sodio o di sale o che essa è indicata per le diete povere di sodio, limitandosi a tenere conto esclusivamente del cloruro di sodio.
Che dire però del bicarbonato di sodio? Anche esso è un sale!
A fare chiarezza sulla questione è la Corte di giustizia dell'Unione Europea che, nella sentenza resa il 17 dicembre 2015 nella causa C-157/14 (qui sotto in allegato il relativo comunicato stampa), ha precisato che il sodio è un componente di diverse sostanze chimiche: sostenere che una determinata marca di acqua minerale sia povera di sodio riferendosi ad un solo elemento è fuorviante e pregiudizievole il consumatore.
Del resto, il regolamento europeo sulle indicazioni nutrizionali e sulla salute, quando stabilisce quale sia il quantitativo massimo di sodio sulle etichette, non distingue il sodio in funzione del composto chimico di cui fa parte o dal quale deriva.
Inoltre, la direttiva sulle acque minerali naturali prevede che le indicazioni o le menzioni che le pubblicizzano decantando il loro basso contenuto di sodio o di sale o affermando che le stesse siano consigliate per le diete povere di sodio possono essere utilizzate solo se il contenuto complessivo di sodio sia inferiore a 20 mg/l.
L'eventuale divieto di etichette o pubblicità che, in tal modo, non pongano il consumatore in grado di compiere una scelta consapevole per la Corte è quindi giustificato e proporzionato, anche in ragione delle esigenze di tutela della salute umana.
Comunicato stampa sentenza CGUE nella causa C-157/14