di Valeria Zeppilli - Prima di lasciare l'auto in divieto di sosta o in doppia fila meglio pensarci due volte. Guardarsi intorno per controllare che non vi siano agenti di polizia municipale nei paraggi, prima di allontanarsi, può non risultare più sufficiente ad evitare la contravvenzione per mancato rispetto delle norme del Codice della strada.
Il rischio, infatti, è che l'infrazione sia accertata attraverso il sistema denominato Street Control, attraverso il quale la violazione potrà essere accertata e contestata dalla polizia anche attraverso le riprese effettuate dall'interno delle proprie autovetture in transito.
Su tale sistema, del resto, si è pronunciato anche il Ministero dei trasporti nei giorni scorsi, con il parere n. 4851/2015, chiarendo che lo Street control rappresenta un sistema legittimo all'interno del nostro ordinamento e che i macchinari attraverso i quali esso opera non necessitano di essere omologati.
Del resto, le telecamere rappresentano a tal fine solo un ausilio per la polizia municipale, che, tramite esse, riesce più agevolmente ad acquisire i dati identificativi del veicolo.
È quindi sempre l'agente ad accertare che effettivamente l'auto sia in divieto di sosta e il trasgressore non si trovi nell'abitacolo.
Solo in tal caso, infatti, in assenza del conducente, è possibile la contestazione differita.
Oltretutto, si ricorda che il divieto di sosta rientra tra i comportamenti passibili di sanzione che, per legge, non possono essere completamente automatizzati, con la conseguenza che il ruolo dell'agente (che legittima la non indispensabilità dell'omologazione delle telecamere) sarebbe comunque ineliminabile.