La conseguenza del ritardo è che oggi l'ammontare di tale tariffa, in perdurante assenza delle linee guida, varia notevolmente da comune a comune, con differenze anche di qualche centinaia di euro, ed è determinata sulla base di criteri né equi né oggettivi.
Del resto i vari enti, non vincolati da indicazioni precise, si sono sentiti pienamente legittimati a utilizzare dei sistemi di misurazione della tariffa del tutto discrezionali.
Oggi, finalmente, dopo due anni e mezzo, la bozza di regolamento c'è, l'ha messa a punto il ministero dell'Ambiente e l'attesa sembra volgere al termine.
Se le cose resteranno così come si presentano nella bozza, i criteri di tariffazione andranno determinati tenendo conto innanzitutto della grandezza dell'immobile, non più vincolata a classi di superficie.
Si terrà conto, poi, dell'effettiva produzione di rifiuti indifferenziati, da misurarsi con pesatura o collegando i volumi ai chilogrammi di rifiuti prodotti, ovverosia con il sistema dello svuotamento cd. "vuoto per pieno".
Lo scopo del ministero dell'ambiente è evidentemente anche quello di favorire la raccolta differenziata.
Nulla, insomma, impedirà più l'unitarietà della tariffa su tutto il territorio nazionale, mettendo ordine nella confusione (applicativa) attuale.