di Valeria Zeppilli - Ottenere il differimento dell'udienza è cosa davvero ardua… dato che neanche un'aggressione con tanto di spranghe (che costringe l'avvocato al ricovero in ospedale) è sufficiente!
Con l'ordinanza numero 2246/2016, depositata dalla sesta sezione civile della Corte di cassazione lo scorso 4 febbraio (qui sotto allegata), i giudici hanno infatti sancito che gli avvocati devono essere in grado di fronteggiare adeguatamente tutte le emergenze.
Ad onor del vero, nel caso di specie, tra l'aggressione violenta subita dal legale mentre percorreva il tragitto che separa lo studio dalla sua abitazione e l'udienza era trascorso circa un mese.
Ma, per il legale, tale tempo doveva essere dedicato alla realizzazione di una memoria difensiva adeguatamente sviluppata. Cosa che non è stata possibile a causa del ricovero. Il problema, quindi non riguarda l'udienza in sé e per sé ma le attività preparatorie del difensore.
Secondo la Corte di legittimità, invece, l'avvocato deve organizzare il proprio studio in maniera tale da garantire in ogni caso, anche in caso di emergenza, lo svolgimento dei compiti assunti, avvalendosi, se necessario, dell'opera di sostituti e collaboratori.
Ciò senza nulla togliere, almeno nelle enunciazioni della Corte, alla natura dell'attività difensiva, che si basa sul rapporto fiduciario con i clienti.
Dato poi che nel caso di specie il difensore, alla fine, la memoria l'aveva comunque depositata, le sue doglianze circa il mancato differimento dell'udienza non possono essere accolte.
Non importa cosa accada: anche in caso di emergenza i tempi vanno rispettati…come fare è un problema dell'avvocato!
Corte di cassazione testo ordinanza numero 2246/2016