di Marina Crisafi - Tagliate del 30% le parcelle agli avvocati che svolgeranno le funzioni di arbitri. A prevederlo è lo schema di decreto del ministero della giustizia relativo alla riduzione dei parametri per i compensi degli arbitri, che ha ricevuto in questi giorni il via libera dal Consiglio di Stato nel parere n. 142/2016 (qui sotto allegato).
Il decreto, si ricorda, è attuativo del d.l. n. 132/2014 (convertito dalla l. n. 162/2014) che tra le varie misure di degiurisdizionalizzazione, ha introdotto la facoltà di trasferire, su istanza delle parti e per specifiche controversie civili, i procedimenti pendenti in sede arbitrale, con il fine di eliminare l'arretrato della giustizia.
Ora, il decreto ha superato il vaglio del Consiglio di Stato che ha detto sì alle previsioni dell'art. 3 che dispone espressamente una riduzione del 30% dei parametri relativi ai compensi in favore degli arbitri, con l'obiettivo di rendere l'istituto più appetibile, grazie alla riduzione dei costi che gravano sulle parti.
A ricevere il sì del giudice amministrativo sono anche i criteri per l'assegnazione degli arbitrati.
Nell'impianto del decreto è previsto infatti che gli arbitri siano individuati tra gli avvocati iscritti all'albo, da almeno un quinquennio e che non abbiano subito condanne definitive (negli ultimi 5 anni) e che, ovviamente, abbiano dato dichiarazione di disponibilità al consiglio dell'ordine competente.
Nello schema si prevede, inoltre, la formazione di un apposito elenco di arbitri (redatto dal presidente del consiglio dell'ordine), dove verranno inseriti i professionisti che avranno indicato la loro disponibilità, le materie di competenza e la sussistenza dei requisiti di onorabilità ed anzianità richiesti.
Dopo il sì del Consiglio di Stato, il decreto si avvia ora alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Parere Consiglio di Stato n. 142/2016