di Marina Crisafi - Partono da un minimo di 50mila euro per vicepresidente e tesoriere, a un massimo di 90mila euro per il presidente, passando per i 70mila del segretario, i gettoni di presenza previsti per i vertici del Consiglio Nazionale Forense. Somme cui vanno aggiunti i rimborsi delle spese. Mentre ai consiglieri "semplici" sono riconosciuti 650 euro per ogni seduta (amministrativa o giurisdizionale), sempre al netto delle spese rimborsate. Questo è quanto stabilito dal regolamento appena varato dall'avvocatura (qui sotto allegato) sul quale è già bufera.
È la prima volta nella storia dell'istituzione forense che vengono riconosciuti emolumenti per la carica rivestita, un cambiamento rilevante, specie in un periodo di crisi come quello in cui versa attualmente l'avvocatura, accolto con meraviglia dagli stessi consigli territoriali.
"Ho appreso da poco e non senza meraviglia - dichiara infatti Remo Danovi, attuale presidente del Consiglio dell'ordine di Milano e in passato alla guida del Cnf sulle colonne del Sole24ore - del regolamento adottato già 2 mesi fa dal Consiglio Nazionale Forense".
"Nei 15 anni in cui sono stato consigliere, poi vicepresidente e infine presidente del Cnf, fino al 2004 - prosegue Danovi - erano previsti solo rimborsi spese, assolutamente documentate, per viaggio vitto e alloggio, senza alcuna distinzione tra consiglieri, componenti dell'ufficio di presidenza e presidente stesso". L'ordine di Milano, puntualizza inoltre "non riconosce alcun gettone di presenza ai consiglieri e al presidente. E credo sia giusto così".
Analoga la reazione di Sergio Paparo, presidente dell'ordine di Firenze che sottolinea come a livello locale nessuno percepisce emolumenti, ma soltanto documentati rimborsi spese. "Anche volessimo deliberare in quella direzione - afferma - dovremmo prevedere poste a bilancio e confrontarci con gli iscritti all'Albo. Insomma dovremmo rendere conto a tutti i legali di Firenze. È vero che l'incarico istituzionale è sempre impegnativo se fatto con serietà, ma ritengo che il riconoscimento di un cospicuo gettone di presenza può rappresentare un fattore di inquinamento". Oltretutto, ciò che stupisce è anche il metodo, in quanto "si poteva pensare di decidere adesso ma solo per la prossima consiliatura limitando in questo modo le polemiche".
Non potevano mancare in questo contesto le reazioni dell'Oua che per bocca della sua presidente Mirella Casiello, si dichiara sorpresa della notizia, visto e considerato che "la delibera è del dicembre scorso ma se ne è appresa la notizia solo in questi giorni - così come quella del varo del quotidiano del Cnf (n.d.r. "Il dubbio") - sempre a spese degli avvocati, fra i quali il malcontento e il disagio è evidente". E anche l'Oua ribadisce, entrando nel merito, che nessuno al suo interno gode di gettoni di presenza, una decisione più che giusta "vista la situazione economica in cui versa l'avvocatura".
Analoga la posizione dell'Anf, con il presidente Luigi Pansini preoccupato soprattutto per "il metodo autoreferenziale con il quale il Cnf sta procedendo su giornale e gettoni", prevedendo "disavanzi" in bilancio molto elevati in una situazione come quella attuale vissuta dalla categoria, e rilancia sull'esigenza di rivedere l'ordinamento forense per evitare un'attribuzione pressochè totale dei poteri legislativo, esecutivo e giurisdizionale in capo al Consiglio.
Intanto da più fronti si annuncia battaglia e l'Oua avverte che se ne discuterà già la prossima settimana nell'assemblea di Roma.
Il regolamento del CNF su rimborsi spese e gettoni presenza