di Lucia Izzo - Nessun risarcimento al conducente per i danni subiti a seguito del sinistro, se manca il nesso causale tra l'incidente e la macchia d'olio presente sulla strada. E la prova di tale nesso deve essere rigorosa.
Per questo, secondo il Tribunale di Roma, sentenza n. 25829/2015, in mancanza di segni della "sbandata", non può considerarsi provato il nesso di causa e ciò rende superflua qualunque indagine sul perdurare della situazione di pericolo.
Su tali basi il giudice respinge la domanda di risarcimento di una donna che aveva riportato lesioni permanenti dopo essere caduta dalla moto che guidava a velocità moderata: a causa di una macchia d'olio sulla carreggiata, la ricorrente perdeva il controllo del mezzo e cadeva a terra ferendosi.
Per il Tribunale va esclusa la responsabilità del convenuto Comune di Roma, non meritando accoglimento la richiesta risarcitoria della danneggiata per oltre 24mila euro.
I giudici evidenziano una carenza per quanto riguarda la prova "piena e rigorosa" relativamente alla causa che ha determinato l'incidente, posto che dagli atti non emergono elementi idonei a supportare la tesi della donna.
Nel rapporto degli agenti di polizia, intervenuti sul posto dopo l'accaduto, si evidenzia la presenza di una macchia d'olio al centro della carreggiata, mai vista prima e neppure segnalata da altri utenti della strada: tuttavia non emergevano segnali della "sbandata" lamentata dalla donna, così come residui di olio sulle mani o sui vestiti della ricorrente.
Per i giudici capitolini, quindi, le emergenze processuali non contenono di ritenere comprovato che l'attrice, alla guida del motociclo, sia caduta a causa dell'insidiosa macchia d'olio presente sulla carreggiata nel tratto di strada che stava percorrendo.
Ciò rende superflua un'indagine in ordine al perdurare di tale condizione di pericolo per un lasso di tempo apprezzabile, onde costituire in colpa il soggetto giuridico tenuto a rimuoverla con la massima tempestività concretamente sigibile.
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