di Marina Crisafi - No all'uso degli embrioni in sovrannumero per la ricerca. La decisione è stata presa in occasione dell'udienza pubblica di oggi dalla Corte Costituzionale sulla questione di legittimità relativa al divieto di destinare gli embrioni "sovrannumerari" (ossia quelli prodotti nel corso dei cicli della fecondazione assistita e inutilizzabili ai fini della gravidanza) alla ricerca scientifica.
A interessare la Consulta per pronunciarsi sulla legittimità o meno del divieto previsto dall'art. 13 della legge 40 (pratica consentita invece in molti altri Paesi) era stato il tribunale di Firenze, su ricorso di una coppia che si era rivolta ad un centro specializzato per la donazione in vitro per destinare alla ricerca medica gli embrioni ottenuti e non utilizzabili a fini procreativi.
La q.l.c. rimessa alla Consulta però non ha avuto esito positivo, in quanto la richiesta, presentata dagli avvocati della coppia ricorrente, è stata ritenuta palesemente tardiva (unitamente all'adesione alla causa dell'associazione Vox-Osservatorio italiano sui diritti).
Sempre oggi i giudici costituzionali devono decidere sull'irrevocabilità del consenso informato al trattamento di Pma dopo la fecondazione dell'ovocita e sull'ammissione o meno dell'audizione degli scienziati a sostegno dell'utilità scientifica dello studio degli embrioni.
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