di Marina Crisafi - Baristi e parrucchieri, così come autisti, addetti alle pulizie, commessi, piloti, segretarie ed estetiste non possono essere co.co.co. Si tratta, infatti di prestazioni di lavoro che non mostrano i requisiti tipici della collaborazione coordinata e continuativa e dunque non possono essere ammesse alla certificazione. Sono solo alcuni dei chiarimenti indicati nelle nuove linee guida per la certificazione dei contratti pubblicate in questi giorni dalla Fondazione studi dei consulenti del lavoro (scaricabili qui).
La nuova versione, frutto di mesi di lavoro del gruppo costituito ad hoc, mira a semplificare le certificazioni "in un click", grazie a linee guida maggiormente fruibili dalle commissioni costituite nei consigli provinciali, ad un riepilogo delle funzioni attribuite dalla legge, all'analisi e alle schede operative per ogni istituto.
L'istituto della certificazione, introdotto dalla riforma Biagi (d. lgs. n. 276/2003), si ricorda, è una procedura volontaria per verificare la conformità delle diverse tipologie contrattuali al rapporto concreto che le parti instaurano, con lo scopo di ridurre il contenzioso in materia di qualificazione dei rapporti di lavoro.
La procedura si conclude, infatti, con un atto amministrativo motivato (la certificazione), che laddove accolga la richiesta conferisce efficacia rinforzata alla qualificazione contrattuale.