di Marina Crisafi - Con 134 voti a favore, 14 contrari e 36 astensioni, il ddl sul negazionismo ha ricevuto il via libera del Senato, traghettando ora alla Camera per il passaggio definitivo prima di diventare legge. Il provvedimento approvato è frutto dell'emendamento interamente sostitutivo proposto dalla commissione giustizia, che ha rimosso dal testo originario il contestato avverbio "pubblicamente".
Il provvedimento licenziato da Palazzo Madama, consta di un articolo unico che introduce il comma 3-bis all'art. 3 della l. n. 654/1975 disponendo che si applica "la pena da due a sei anni se la propaganda, ovvero l'istigazione e l'incitamento commessi in modo che derivi concreto pericolo di diffusione, si fondano in tutto o in parte sulla negazione della Shoah, o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l'umanità e dei crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello Statuto della Corte penale internazionale".
In pratica, il negazionismo diventerà un'aggravante, rispetto ai reati di discriminazione razziale e comunque di stampo xenofobo che però scatterà soltanto in presenza di un "concreto pericolo di diffusione" di tali idee.
Il ddl sul negazionismo approvato al Senato