di Valeria Zeppilli - Con un colpo di coda, il Governo ha inserito nel DL scuola, attualmente all'esame del Senato, un emendamento destinato ad influenzare non poco (se troverà seguito) il sistema dell'assistenza.
Con l'intento di modificare il d.p.c.m. n. 159/2013 in risposta alle recenti pronunce giurisprudenziali, infatti, l'emendamento prevede l'eliminazione, dal calcolo del reddito disponibile ai fini Isee, di una serie di benefici percepiti dai soggetti disabili: ci si riferisce, in particolare, alle prestazioni previdenziali e indennitarie, alle carte di debito e ai trattamenti assistenziali.
Ma le proposte non finiscono qui.
L'emendamento, infatti, elimina anche il sistema di franchigie e di detrazioni utilizzato per far sì che i non autosufficienti possano essere comunque garantiti rispetto al calcolo delle prestazioni loro destinate.
Viene reinserita, infine, la maggiorazione della scala di equivalenza pari allo 0,5 per ogni componente di una famiglia affetto da disabilità.
Un altra previsione dell'emendamento da porre in evidenza è la precisazione che le borse di studio devono essere valorizzate ai fini Isee ma chi le eroga ne deve detrarre l'importo considerando la scala di equivalenza.
In termini strettamente economici si prevede che, se l'emendamento dovesse passare, la finanza pubblica ne risentirebbe per non più di un milione di euro annui.
Vediamo cosa ne penserà Palazzo Madama.