Il piccolo risparmio è sempre passato anche attraverso l'utilizzo degli strumenti finanziari messi a disposizione delle banche. Con il passare degli anni, e con l'aumentare del livello di complessità della finanza, si sono resi disponibili sul mercato dedicato ai cittadini strumenti finanziari sempre più particolari che, spesso, promettono rendimenti astronomici a fronte di rischi relativamente bassi.
Le banche hanno un obbligo legislativo riguardo l'informazione del cliente sugli eventuali rischi. In particolare, l'obbligo informativo è imposto dall'articolo 21 del decreto legislativo numero 58/1998 (Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria).
A tal proposito, interessante è una sentenza della Corte di appello di Trieste del 18 dicembre 2014, nella quale si è chiarito che la predetta norma impone all'intermediario di comportarsi con diligenza, correttezza e professionalità nella cura del cliente. Ciò sia prima della stipula del contratto d'intermediazione finanziaria che nella fase esecutiva. Tale attività consiste nell'acquisizione preventiva di tutte le informazioni necessarie circa la situazione finanziaria del cliente e, successivamente, nell'informazione finalizzata alla corretta esecuzione del contratto. Se gli obblighi informativi vengono violati, l'intermediario pone in essere un illecito contrattuale con conseguente condanna al risarcimento del danno da quantificarsi avendo come riferimento la somma impegnata per l'investimento rivalutata alla data della sentenza e gli interessi legali dal giorno della domanda al saldo.
La Corte di appello di Torino, con sentenza del 3 luglio 2015, ha poi aggiunto che la banca intermediaria non è esonerata dallo svolgere l'attività informativa impostale dalla legge neanche in caso di "reticenza" dell'investitore.
In maniera più o meno marcata, quindi, i rischi degli investimenti vengono sempre esposti alla clientela ad essi interessata e devono anche essere sottoscritti dal cliente stesso tramite l'apposizione della firma su di una specifica informativa. In alcuni casi, tuttavia, è purtroppo accaduto (e la cronaca recente lo conferma) che questi strumenti siano stati venduti per quel che non sono: ossia, non venduti come strumenti di speculazione altamente aggressivi e ad alto rischio, ma come semplici strumenti di risparmio, adatti a qualunque profilo di investitore.
Come tutelarsi per evitare i rischi della finanza sporca
L'unico modo per tutelare sé stessi dai possibili rischi derivanti da una mancata presentazione dei reali rischi degli investimenti è l'autotutela, assieme ad una diversa percezione degli istituti bancari: una volta firmato un contratto (anche in caso di malafede o con omissioni da parte dei venditori) sarà molto difficile, se non impossibile, avere indietro il proprio capitale in caso di perdite. Ancora una volta è dunque, è più che necessaria una buona o ottima informazione riguardo alle tipologie di investimento.
Alcune nozioni di base per tutelarsi
In primo luogo, è necessario cambiare in maniera radicale la percezione che si è creata negli anni attorno agli istituti bancari. Ebbene, le banche non sono istituzioni cui donare la nostra completa fiducia in quanto "colonne portanti dell'economia", ma bensì semplici aziende che, per ottenere un ritorno economico, effettuano numerose operazioni tra cui la vendita di prodotti bancari, titoli e fondi ai propri clienti. I prodotti proposti dagli istituti bancari non ci vengono dunque proposti per bontà d'animo, ma bensì per il notevole ritorno economico che essi potrebbero avere: sta al consumatore valutare, prima della stipula del contratto, l'effettivo vantaggio per sé stesso di questi strumenti. In secondo luogo, è necessario conoscere la distinzione di base tra mercato azionario e obbligazionario: le obbligazioni, a bassa rendita, sono anche a basso rischio, mentre le azioni, che potrebbero garantire ottimi rendimenti, sono ad altissimo rischio. L'andamento tra possibile margine di guadagno e rischio del capitale è quindi direttamente proporzionale: non esistono fondi completamente sicuri con alti guadagni, definibili tali indicativamente oltre il 3% annuo lordo. Molti degli istituti bancari propongono ottimi prodotti ibridi, in cui il denaro viene in parte investito in fondi sicuri (obbligazionari) ed in parte investito in fondi azionari (ad alto rischio): questo tipo di prodotti è, generalmente, sufficientemente sicuro da garantire il capitale iniziale sul lungo periodo, offrendo anche interessanti margini di guadagno. A seconda del capitale che si ha a disposizione varieranno anche gli strumenti finanziari più indicati: in linea generale, per i piccoli capitali ed i piccoli risparmiatori, l'opzione migliore è l'investimento in fondi obbligazionari o in titoli statali i quali, nonostante i rendimenti bassissimi, sono un'opzione che garantisce sicurezza e stabilità. Eccetto particolari circostanze, i fondi investiti in maniera poco accorta e perduti non vengono rimborsati in alcun modo: l'informazione è, lo ribadiamo, l'unico modo per prevenire un eventuale danno dettato dall'ingenuità.
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