di Redazione - Il problema non è certo la matematica se a conti fatti non ci sono più donne che vengono promosse a partner di una law firm. C'è forse a monte un problema legato al pregiudizio tal volta dovuto anche agli atteggiamenti di prevenzione, nei confronti delle donne avvocato, mostrati dai clienti.
Secondo quanto riferisce l'associazione nazionale delle donne avvocato (NAWL), in America il gentil sesso costituisce solo il 18 per cento dei partner azionari di uno studio legale, e in media uno studio legale ha solo il 22 per cento delle donne nel comitato di controllo.
Allo stesso tempo però, un'altra associazione (l'American Bar Association), riferisce che le donne rappresentano oltre il 47 per cento dei J.D.s (Juris doctors) associati negli studi legali.
Quindi se quasi la metà dei candidati per gli studi legali sono donne, ma tra i partner azionari dello studio le donne rappresentano solo il 20 per cento è probabile che nella scelta dei candidati le donne risultino svantaggiate.
Bryan L. Olson, Direttore dell'ufficio gestione Risorse Umane di K & L Gates, in un editoriale pubblicato a Big Business Law ha affermato che per risolvere questo problema, è necessario che i leader di sesso maschile siano messi in guarda da un possibile "pregiudizio implicito" e quindi fare in modo che le donne avvocato possano trovare adeguato spazio in uno studio legale cercando di garantire la parità di genere.
Ma, tornando all'interno dei confini nazionali, la situazione nel nostro paese quale è?
Di certo dai tempi in cui il mestiere dell'avvocato era riservato al "sesso forte" di strada se ne è fatta molta e, almeno in termini numerici, le "toghe rosa" stanno prendendo il sopravvento su quelle dei colleghi uomini. Questi ultimi, infatti, rappresentano ancora la maggioranza, ma una maggioranza leggera: il 53%.
Il 47% degli avvocati, invece, è rappresentato da donne.
I numerosi studi condotti in materia, tuttavia, segnalano che nell'avvocatura tra donne e uomini c'è un gap reddituale tra i più elevati del paese: le avvocatesse guadagnano ancora (troppo) meno rispetto ai loro colleghi. Basti pensare che non molto tempo fa, ovverosia nel 2013, i redditi delle donne sono addirittura giunti al 58% in meno rispetto a quelli degli uomini.
Senza dimenticare i pregiudizi che le avvocatesse sono purtroppo ancora oggi costrette a subire nelle aule dei Tribunali e con i clienti, pregiudizi che le pongono troppo spesso in secondo piano e che impediscono loro di emergere e, spesso, di raggiungere posizioni professionali di rilievo.
Anche in Italia, insomma, la strada per l'eguaglianza sembra ancora lunga e tortuosa.