Tutto merito di un articoletto di Marco Bersani su Il Manifesto, pag. 6, di oggi 2 giugno 2016.
Si tratta dello storico attivista e coordinatore nazionale di Attac Italia.
Contro i TTIP ricorderete la grande manifestazione nazionale del 7 maggio 2016.
Cosa siano questi assurdi ed incredibili trattati - accordi commerciali sul partenariato transatlantico sul commercio che attentano alla democrazia abbiamo cercato di spiegare, nella desertificazione del panorama mediatico, con un pezzetto che andò sul web il 21 ottobre 2015 da queste stesse colonne virtuali.
Ora - dà notizia il Manifesto nel dì di festa della Repubblica - "un effetto di tutto questo è stata l'apertura, da parte del Ministro Calenda, della sala di lettura nazionale a disposizione dei parlamentari che volessero visionare i documenti del negoziato".
In carica da meno di un mese, vale a dire dal 10 maggio 2016, attore a dieci anni nello sceneggiato tv Cuore, diretto dal nonno Luigi Comencini (è figlio della regista Cristina), Carlo Calenda è Ministro dello Sviluppo Economico dopo l'interim assunto dal Primo Ministro Matteo Renzi a seguito delle precipitose dimissioni da costui imposte a Federica Guidi.
Cerchiamo di mettere le tessere al loro posto.
Si tratterebbe di un atto teso a "garantire la massima trasparenza e la massima diffusione delle posizioni negoziali", come è scritto nella premessa alla Direttiva del MISE (prot. 0011206 dell'11 maggio 2016, giorno successivo all'insediamento del nuovo inquilino di Via Veneto).
Ora, se io voglio "garantire trasparenza e diffusione" (toglierei, usando la corretta lingua italiana, l'aggettivo "massima" perché non serve proprio come è del pari inutile scrivere sui muri "si prega di fare il massimo silenzio!"), prendo 'sta roba e la inserisco su Internet, accessibile a tutti.
No: i nostri rappresentanti potranno soltanto leggerlo!
Dove? In una sala di lettura attivata presso la sede ministeriale di Via Veneto, n. 33.
Neppure diffonderne i contenuti alla popolazione!
Roba grossa in fatto di democrazia al tempo del liberismo più spinto.
"Tralasciando per un momento il concetto di diritto all'informazione per tutti i cittadini, soprattutto in merito a un trattato che, se portato a termine, inciderà pesantemente sulla vita quotidiana di ciascuno e sull'assetto dell'intera società", chiosa Marco Bersani che "la gestione della stessa (n.d.r. = la sala di lettura) è affidata ad un Funzionario alla Sicurezza che si avvale della Segreteria Principale Nato/Ue, ad un Funzionario della Direzione Generale per la politica commerciale, ad un Responsabile della sala lettura e all'Ufficiale Superiore Addetto che si avvale del Nucleo Carabinieri del Ministero".
Direi che si accede più agevolmente ad un carcere di massima sicurezza per i colloqui.
Non possono essere introdotti cellulari, smartphone, tablet o altri apparecchi idonei a riprodurre o registrare immagini o suoni.
Tranquilli, si potrà trascrivere manualmente con note che, però, non potranno riprodurre integralmente il documento originale.
Infine, i parlamentari si impegnano a non divulgare all'esterno quanto appreso nell'ora di lettura dei dossier negoziali.
Pertanto, alle mie domande di chiarimenti sui trattati a un parlamentare, questi mi dovrà replicare, essendosi impegnato per iscritto, che dovrà portarsi il segreto nella tomba.
Conclude Marco Bersani: "Come se la lettura avesse finalità di arricchimento culturale individuale e non quello inerente alla rappresentanza popolare, unica ragione per cui i parlamentari si trovano nelle istituzioni".
Dove non arriva il consenso popolare non si può agire che con il potere autoritario.
I diktat non negoziabili dei supremi signori dell'universo.
Voglio dedicare la foto di questa noticina ai bambini, come feci il 21 ottobre 2015 con il precedente articolo.
Su di loro incombe il prezzo più alto e un domani ci rimprovereranno per aver violato il patto intergenerazionale non protestando abbastanza contro tali scenari agghiaccianti.
Con questi chiari di luna, buona fortuna a tutti!
Avv. Paolo M. Storani
Post scriptum delle h.15 = Un caro, giovane (non reduce) Amico, giurista finissimo torinese, mi ha appena inviato un commento non proprio tenero nei confronti di chi sta gestendo questa triste vicenda e ha concluso con "W il Re"; poi, mi ha anche trasmesso su WhatsApp il facsimile della scheda elettorale dell'Italia devastata del 1946: "per la Monarchia si vota così, per salvare la Libertà votate per la Monarchia".