di Valeria Zeppilli - Non c'è nulla di immutabile a questo mondo e neppure la professione forense. L'immagine "classica" dell'avvocato si è oramai estinta ed ha lasciato il posto a qualcosa di completamente nuovo: l'avvocato telematico. Dalla macchina da scrivere al computer e infine alle rete. E non occorre neppure andare così indietro nel tempo per trovare enormi differenze nel modo di lavorare e negli strumenti che si avevano a disposizione. Basti pensare che internet ha cominciato a diventare popolare solo negli anni novanta e che prima degli anni 80 gli avvocati non disponevano neppure dei telefonini.
Basterebbe portare indietro le lancette di qualche decennio per constatare che non avrebbero mai immaginato di poter fare un deposito telematico, di trovare contenuti giuridici nel web o di prestare assistenza ai clienti via skype.
E noi: riusciamo ad immaginare come saranno gli avvocati tra 100 anni?
Ammesso che sui legali non avrà la meglio il famosissimo Ross, l'avvocato robot dotato di intelligenza artificiale e recentemente "assunto" dallo studio legale Baker & Hostetler (sul quale leggi: "Il primo avvocato robot 'assunto' da uno studio legale"), due sembrano essere le ipotesi:
1. Da un lato davanti ai nostri occhi appare l'immagine di avvocati che sempre di più perdono di vista il diritto sostanziale restando intrappolati in un'infinità di incombenti e di trappole procedurali. E le controversie le vincerà non chi ha ragione ma chi non ha commesso errori. E la tecnologia anziché liberare il tempo creerà sempre nuove inutili incombenze. Senza parlare poi dei guadagni dato che ci vorranno ore di lavoro per guadagnare qualche spicciolo.
2. Dall'altro lato si può immaginare scenario più roseo. Del resto il futuro può essere sempre ricco di sorprese (o di incognite se vogliamo) ma molto dipende anche da noi e non soltanto dal destino. In questo secondo auspicabile scenario mi piace immaginare che gli avvocati potranno lavorare liberi dall'ansia e dallo stress, con regole procedurali molto più semplici e, perchè no, anche stando in spiaggia, soltanto grazie all'ausilio di uno smartphone.
E allora con l'augurio che l'età dell'oro non resti per sempre confinata nel passato non ci resta che sperare che il nostro futuro diventi davvero il frutto del nostro impegno e non sia soltanto l'inerzia di ciò che il passato e il nostro presente ci stanno consegnando.