di Marina Crisafi - Definire una controversia in massimo 8 mesi? Presto sarà possibile con la clausola multistep, attraverso la quale le parti si obbligano ad effettuare un tentativo di mediazione civile e in caso di mancata conciliazione, a sottoporre la controversia alla decisione di un arbitro. La novità, come riportato da Francesco Barresi su Italiaoggi (v. Controversie in tempi rapidi), rientra tra le proposte che la commissione ministeriale per la riforma delle Adr, istituita dal ministro Orlando, presenterà al momento della chiusura dei lavori prevista per la fine di settembre.
Secondo Giovanni Giangreco Marotta - membro della commissione ministeriale, presidente dell'organismo di mediazione civile e commerciale e camera arbitrale "Primavera Forense" e presidente di Assiom (Associazione italiana degli organismi di mediazione), attraverso la clausola multistep, in uno o più contratti aziendali o professionali, le parti si impegnano a risolvere la controversia nascente all'interno dei confini delle adr, tramite mediazione o, se negativa, tramite arbitrato.
Tempi e iter sono notevolmente ridotti: dall'istanza di mediazione, entro 30 giorni deve svolgersi il primo incontro e la procedura, se si raggiunge l'accordo, ha una durata media di 2 mesi. L'eventuale accordo raggiunto ha inoltre valore di titolo esecutivo
. Se invece, l'accordo non si trova, o la parte chiamata non si presenta, la parte istante deposita presso l'organismo una domanda di arbitrato, la cui procedura può durare al massimo 6 mesi. Se la parte chiamata non si presenta neanche innanzi all'arbitro, il giudizio viene svolto in contumacia e definito anche in solo 2 mesi. A conclusione, viene depositato il lodo arbitrale con valore di titolo esecutivo.Oltre all'istituzionalizzazione della clausola multistep, tra le altre proposte che la commissione presenterà al ministro figurano: l'affermazione definitiva dell'obbligatorietà della mediazione civile; l'estensione delle materie oggetto della obbligatorietà e la previsione di maggiori incentivi per chi ricorre all'istituto.
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